Sugli schermi, in Italia, il film di Manoel de Oliveira "Lo specchio magico"
Il quasi centenario maestro del cinema portoghese Manoel de Oliveira sorprende ancora
per intensità ed eleganza: mentre si appresta a portare alla prossima Mostra del Cinema
di Venezia il suo nuovo film, "Cristoforo Colombo-L'enigma", è uscito in questi giorni
sugli schermi italiani "Lo specchio magico", indagine di forte spessore sui rimpianti,
dubbi e desideri che costellano gli ultimi, inquieti anni di vita di una anziana signora.
Il servizio di Luca Pellegrini:
L’attacco
del violino è deciso e nervoso, e ben lo sapeva Camille Saint-Saëns che la sua Danse
Macabre sarebbe stata capace di penetrare l’animo degli inquieti, con quel suo gusto
romantico per le ombre, i notturni, la luna piena che sovrasta le case dei vivi e
quelle dei morti. La casa di Alfreda, ricca portoghese, le racchiude entrambe, queste
presenze: sono ricordi appena accennati, tentazioni fugaci, autobiografie consunte
e misteriose. La casa di Alfreda suona perché il marito è un appassionato di musica
e spende il suo denaro per istruire i giovani in quelle vecchie stanze. La casa di
Alfreda è costruita attorno ad una monumentale scala lignea che cambia funzione a
seconda della prospettiva: chi sale può credere di raggiungere il Paradiso e assecondare
così le proprie visioni mentre chi scende raggiunge la terra, l’acqua, l’umanità e,
forse, potrebbe cadere nel buio dell’Inferno. In questa splendida magione, Manoel
de Oliveira, col suo nobile procedere, la sua magica arte della parola e il suo sapiente
e scarno senso dell’immagine, dipana una storia molto femminile, percorsa da leggeri
fremiti, riflessa in molti specchi “magici” che evocano passati, spiriti e desideri.
Una storia folta di dialoghi che soprattutto si concentrano sulla Signora dalle candide
vesti, quella che proprio in Portogallo apparve ai tre pastorelli di Fatima. Alfreda
non si dà pace: è ricca, sente il peso, la responsabilità del denaro ed è ossessionata
dal desiderio di vedere Maria, la Madre, per avere forse conferma della sua fede e
della sua salvezza messe costantemente in dubbio. Il film è un difficile diario sul
sacro e il profano nella vita: senza deridere mai il primo, senza accanirsi sul secondo.
Un contorno di magnifici, superbi attori, ciascuno a rappresentare una risposta inattesa
o inutile, fa da corona a questa “magica” riflessione sull’umanità e Alfreda, la grande
attrice Leonor Silveira. Ciascuno di loro offre ad Alfreda una soluzione al suo male
di vivere, una risposta ai suoi dubbi: sono il Coro delle voci di questa casa dei
vivi e dei morti, sono la voce del mondo, sono il cuore e la carne, lo spirito e l’anima,
la grazia e il peccato, la terra e il cielo.