2007-08-04 12:20:25

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


In questa 18.ma Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci presenta il brano del Vangelo in cui Gesù esorta a non essere attaccati alla ricchezza e a tenersi “lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni”. Quindi racconta la parabola dell’uomo ricco che pensa di aver trovato nei molti beni accumulati la sua realizzazione. Ma Dio gli dice:

“Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio”.

Sul significato di questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3


L’insegnamento di questa domenica è sulla verità del possedere e della proprietà. Naturalmente l’uomo è legato e si lega a quel che possiede. Il riconoscimento della dignità di persona e il diritto a possedere vanno insieme. L’uomo libero ha una proprietà. Lo schiavo non possiede nulla, neppure se stesso. La libertà, però, non ha il suo fine in se stessa e neppure la proprietà è finalizzata al possesso e nemmeno al possessore, a colui che la possiede. E’ questo che Gesù insegna. Chi si lega al possesso, prendendolo come se fosse un fine in se stesso o finalizzandolo a sé, dimentica che la sua vita, che è presupposto di ogni possesso, non è sua proprietà, ma di Dio. E qui si inserisce la proposta: non tesaurizzare, non accumulare per te, ma diventa ricco davanti a Dio. Solo chi arricchisce davanti a Dio, quando gli sarà richiesta la sua vita, non si sentirà dire da lui: “Stolto”. Impariamo, quindi, la sapienza di questa diversa ricchezza, che il mondo ricco per sé non conosce.







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