2007-08-04 15:14:31

Aperti ad Arusha i negoziati di pace per il Darfur


In Tanzania, si sono aperti ieri ad Arusha i negoziati per la pace in Darfur. Ai colloqui partecipano delegazioni di movimenti ribelli che non hanno ancora firmato accordi di pace. La speranza è che, anche con la mediazione di ONU e Unione Africana, si possa chiudere un’era segnata da atrocità e violenze. Si tratta di orrori, realisticamente rappresentati in disegni realizzati da 500 bambini della martoriata regione sudanese, che mostrano predoni a cavallo e villaggi in fiamme. Sulla drammatica situazione in Darfur, ascoltiamo al microfono di Beatrice Bossi, la direttrice dei programmi ‘Save the Children Italia’, Carlotta Sami: RealAudioMP3

R. – In Darfur, succede esattamente quello che i bambini rappresentano nei loro disegni. I bambini, nei contrasti di guerra, disegnano molto spesso. E’ una delle attività che viene loro proposta più facilmente e i bambini disegnano in maniera molto precisa esattamente quello che accade, andando anche molto nei particolari ad esempio delle divise dei soldati o comunque del modo in cui vanno vestiti o appaiono coloro che commettono violenze. Quindi, non fa altro che riflettere quello che succede da anni, ossia una situazione di totale impunità e illegalità, in cui avvengono violenze continue, stupri e abusi gravissimi, subiti prevalentemente da donne e da bambine.

D. – Potranno essere questi disegni un richiamo all’indifferenza che finora l’Occidente ha mostrato sulla questione del Darfur?

R. – Per contrastare l’indifferenza sarebbe necessario che l’attenzione venisse richiamata costantemente, giorno per giorno, e non che ci fossero degli allarmi che avvengono un giorno e poi non se ne sente più parlare, non ci sono più approfondimenti, non si cerca più di far capire effettivamente alle persone e poi ai diretti responsabili quello che davvero accade in un posto.

D. – Questi disegni sono stati acquisiti come prova dalla Corte penale internazionale dell’Aja. Cosa significa?

R. – Significa dare valore alle esperienze che i bambini raccontano. Quindi, ad esempio, come fa Save the Children, creare, in situazioni estremamente pericolose e disagevoli, degli spazi dove possano giocare, imparare, esprimersi anche attraverso il disegno, la scrittura quando la conoscono e quando gliela si fa conoscere. Ciò dà la possibilità di comunicare con loro e salva loro la vita.










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