Padre Lombardi alla Festa di Avvenire: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i miei
maestri di comunicazione
“Non uno studioso dei media, né un teologo delle comunicazioni sociali, ma un prete
come voi, che da molti anni lavora in questo campo e che ha imparato pian piano, strada
facendo, da due maestri d’eccezione, i due ultimi Papi”: così si è presentato, ieri
a Lerici, in Liguria, padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa
Sede, direttore generale della nostra emittente e del Centro Televisivo Vaticano.
L’occasione è stata la Giornata sacerdotale della Festa di Avvenire, quest’anno sul
tema: “Comunicare la speranza”. E ieri sera, mons. Bassano Staffieri, vescovo di La
Spezia-Sarzana-Brugnato, insieme al direttore del quotidiano cattolico, Dino Boffo,
nel corso di una serata pubblica sul lungomare di Lerici, ha consegnato a padre Lombardi
il premio “Angelo Narducci”, prestigioso riconoscimento a personaggi della cultura
e della comunicazione. Due “maestri di giornalismo”, Giovanni Paolo II e Benedetto
XVI, dai quali padre Lombardi ha raccontato di aver appreso i “segreti del mestiere”.
Due maestri nel “comunicare la speranza”, atteggiamenti sempre più rari nel mondo
di oggi, dove la bella notizia non fa più notizia. “Un paradosso per chiunque – scrive
oggi Avvenire – ma soprattutto per la comunità cristiana, che proprio sulla ‘buona
novella’ per eccellenza fonda il suo stesso esistere e la speranza”. “Colpisce – ha
commentato padre Lombardi – come spesso il giornalismo di oggi cerchi di fare sensazione
a tutti i costi, presentando ogni notizia in termini conflittuali, creando la polemica
anche dove non c’è. In televisione – ha aggiunto – si moltiplicano trasmissioni in
cui si litiga tra familiari, assai più di quelle che presentano l’armonia”. Inoltre,
“a causa di un malinteso pluralismo, tutte le diverse posizioni vengono presentate
come ugualmente vere, alla pari, senza prendere posizione, e questo crea disorientamento
nelle persone”. In questa Babele – ha spiegato il direttore della Sala stampa della
Santa Sede – i sacerdoti sono chiamati a rispondere “senza ingenuità e con realismo,
cioè, sapendo sì riconoscere i rischi del mondo della comunicazione e di nuove tecnologie
come Internet, ma anche prendendo iniziative positive per sfruttarne le grandi potenzialità”.
Una lezione di equilibrio pienamente vissuta e trasmessa da Giovanni Paolo II e Benedetto
XVI. (R.M.)