Milioni di senza tetto per le alluvioni in Bangladesh
E’ salito a 54 vittime ed oltre 5 milioni e mezzo di sfollati il bilancio delle alluvioni
che hanno colpito negli ultimi 10 giorni il Bangladesh. Tra i senza tetto – ha reso
noto il Ministero per la gestione dei disastri – “160 mila sono stati sistemati in
tende provvisorie sulle alture del nord del Paese”. Salvatore Sabatino ha raccolto
il commento di padre Arturo Speziale, missionario del PIME in Bangladesh, che racconta
di una “situazione preoccupante” nel distretto in cui sorge la sua missione, quello
di Manikgonj:00:01:47:66
R. – Non tutti i distretti sono stati colpiti
ugualmente o allo stesso modo. Questa zona dove io ho la missione è una zona che si
trova vicino alla convergenza della Brahmaputra e del Gange. Il problema grande è
che qui non è piovuto eccessivamente, ma i fiumi dall’India si sono ingrossati di
molto. L’unica fortuna è che finora non c’è stato, almeno nella mia zona, vento. Se
ci fosse stato anche il vento, ci sarebbero stati molti più disastri, molti più morti.
Ho sentito la notizia di 9 bambini morti ed oggi di altri 5-6 bambini. E’ chiaro che
io non ho tempo di sentire tutte le notizie. Mi manca il tempo, anche perché devo
preparare da mangiare per circa 120 famiglie, che sono in difficoltà.
D. –
Ci sono milioni di persone rimaste senza casa. Stanno arrivando gli aiuti umanitari?
R.
– Nella mia zona, ad esempio, hanno promesso che avrebbero dato circa 1.500 euro ma
ancora non è arrivato niente. In un villaggio, che è e molto lontano ho realizzato
una scuola in muratura che è abbastanza alta rispetto ad altre strutture e alle capanne,
ma purtroppo anche qui è entrata l’acqua per circa 35-40 centimetri. Le altre capanne
di quello stesso villaggio, così come di molti altri villaggi, sono sommerse a metà.
La gente, molta gente, cerca rifugio negli argini più alti, nelle scuole che hanno
magari 1,2 o 3 piani. Si sperava che oggi la situazione si stabilizzasse, ma l’acqua
che arriva dall’India continua ad aumentare. Anche quelli che vivono lungo le strade,
non si sa, se e come, riusciranno a salvarsi.