Al via il Festival internazionale del Film di Locarno
Compie sessant’anni il Festival internazionale del Film di Locarno, in Svizzera, che
si è inaugurato ieri sera con la tradizionale proiezione in Piazza Grande per proseguire
fino all’11 agosto. Tra omaggi, concorsi, scoperte e sperimentazioni, un programma
ancora una volta ricco e originale. Il servizio di Luca Pellegrini:
Il segno
per questo sessantesimo compleanno del Festival è davvero la varietà delle sezioni
e del concorso, la ricchezza delle proposte, l’apertura al nuovo e, non ultimo, il
saper guardare alla propria storia offrendo con la retrospettiva Retour à Locarno
– Ritorno a Locarno, la possibilità ai grandi maestri affermati di oggi di presentare
il film che li rivelò, dialogando direttamente con gli spettatori. E tra questi, ecco
i nomi di Chabrol, Rocha, Bellocchio, Szabó, Ruiz, Tanner, Leigh e molti altri: ci
fanno riflettere sull’identità della manifestazione locarnese, che ha saputo mantenere
inalterate nel tempo tre qualità. Il direttore artistico, Frédéric Maire,
per noi le commenta. Prima di tutto, un Festival ancora giovane:
R.
– Giovane, perché lo è sempre stato nella sua realtà. Nel senso che Locarno ha sempre
difeso il cinema giovane ed ha presentato opere di giovani autori, che non erano ancora
molto conosciuti, prendendosi anche dei rischi per difendere proprio questo giovane
cinema e le nuove giovani tendenze del cinema. Questa è tuttora la sua missione, perché
psicologicamente rimane che questo Festival vuole scoprire la gioventù.
Poi,
un Festival ancora curioso...
R. – Curioso, perché
credo che da sempre Locarno abbia voluto scoprire nuove aree, nuove registi e nuovi
talenti e questo non avendo dietro le spalle un grosso Paese come l’Italia, la Germania
o la Francia. Noi veniamo, infatti, da un piccolo Paese libero nel suo spirito e molto
indipendente nella sua mentalità, dietro di noi non c’è peso. Questo ci permette di
andare veramente ad esplorare e trovare giovani che osano cercare le cose un po’ diverse,
un po’ particolari. Osiamo cercarle ed osiamo, quindi, programmarle e farle scoprire
al mondo.
Infine, un Festival ancora coraggioso...
R.
– Coraggioso, perché osa programmare delle cose che in altri Festival non si potrebbero
programmare. Noi ce lo possiamo permettere, noi ci possiamo permettere questi gesti
coraggiosi e, quindi, anche di piazzare e mettere in cartellone dei film difficili,
diversi, piccoli e di proporli così ad un immenso pubblico. Questo tipo di gesti e
di azioni, che noi vogliamo difendere, fanno parte di questo coraggio del Festival
di Locarno.