2007-08-01 15:49:33

Nuovi attentati in Iraq: oltre 80 i morti


In Iraq è di almeno 69 morti il bilancio, ancora provvisorio, di un attentato compiuto con un camion bomba vicino ad un distributore di benzina. Sempre a Baghdad un altro attacco suicida, in un quartiere sciita, ha causato 15 morti. Altri tre soldati americani sono poi rimasti uccisi in seguito ad un attentato, condotto da ribelli, contro il loro convoglio. A nord di Baghdad, un commando armato ha rapito inoltre almeno 18 iracheni. Proprio i civili sono sempre più spesso vittime di attentati e attacchi. Secondo il Ministero della difesa iracheno, il numero di civili uccisi nel Paese arabo è aumentato a luglio del 33 per cento. E' drammatica, soprattutto, la situazione dei bambini iracheni: l'UNICEF e l'ACNUR denunciano, in particolare, che sono più di 500 mila i piccoli iracheni che non hanno accesso all'istruzione. Le due organizzazioni pongono anche l’accento sulle migliaia di bimbi costretti a fuggire dall’Iraq per rifugiarsi in altri Paesi, perdendo così fino a 3 anni di scuola. Il servizio di Isabella Piro. RealAudioMP3

L’istruzione scolastica è una priorità in tutte le situazioni di emergenza, perché contribuisce a ripristinare un senso di normalità nella vita dei bambini: lo affermano con forza l’UNICEF e l’ACNUR, lanciando l’allarme sul calo del tasso di scolarizzazione dei bambini iracheni. Una percentuale in diminuzione non solo nel Paese del Golfo, ma anche fra i circa 3 milioni di sfollati, tra cui moltissime donne e bambini: Roberto Salvan, direttore generale Unicef Italia:

 
R. – A malapena si arriva al 55 per cento. Questa è una situazione assolutamente drammatica e l’istruzione è l’unico elemento di base, per formare nuove generazioni che vadano al di là di quelle che sono le situazioni di violenza, di disagio, di negazione dei diritti. L’istruzione e la cultura sono l’investimento più importante che si possa fare sulle nuove generazioni.

 
Per cercare di risolvere la questione, Unicef e Acnur lanciano un appello congiunto per 129 milioni di dollari così da riportare a scuola decine di migliaia di bambini, costretti a fuggire in Siria, Giordania, Egitto e Libano:

 
R. – Si tratta di trovare anche un accordo con il Paese che li ospita, perchè è ovvio che vadano inseriti all’interno del sistema scolastico della Giordania o della Siria. E si tratta di dare la possibilità di avere accesso nei campi di accoglienza, con insegnanti in lingua irachena opportunamente formati, con la distribuzione di libri di testo e quindi anche con strutture scolastiche che li possano adeguatamente accogliere all’interno del Paese.

 
L’appello congiunto copre il periodo che va dall’agosto 2007 alla fine del 2008. Gli interventi previsti nei Paesi di accoglienza degli sfollati includono la costruzione di nuove scuole, l’acquisto di scuolabus e corsi di recupero per i bambini che hanno perso anche tre anni di formazione. Prevista, inoltre, una costante attività di assistenza psicosociale per i più piccoli:

 
R. – Molti di questi bambini che sono fuggiti dal loro Paese hanno subito o hanno visto violenze, lutti, dolore di ogni genere. Quindi, il recupero psicologico e sociale di questi bambini è fondamentale. La scuola ha una motivazione anche in questo senso: un recupero pieno dei bambini al loro essere bambini e adolescenti.

 
L’aiuto della comunità internazionale diventa quindi sempre più urgente per far sì che l’emergenza umanitaria in Iraq non diventi una tragedia dimenticata: ancora Roberto Salvan:

 
R. – E’ acquisito che ci sia una situazione di povertà, di disagio, di abbandono scolastico. Non fa notizia il fatto che i bambini non vadano a scuola. Si dà per scontata la situazione ormai di grave scollamento sociale, politico, di povertà di questo nostro pianeta.







All the contents on this site are copyrighted ©.