Il Sudan accetta la risoluzione dell'ONU che prevede l'invio di 26 mila uomini nel
Darfur
Svolta in Sudan. Khartoum ha accettato la risoluzione 1769 con la quale il Consiglio
di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunito sotto la presidenza della Cina, ha autorizzato
ieri l’invio di un contingente di 26.000 uomini in Darfur entro ottobre. Si tratta
della missione più imponente per l’Onu, nel nuovo dispiegamento verranno assorbiti
anche i 7mila soldati dell’Unione Africana, già presenti nella regione. Il servizio
di Giulio Albanese:00:01:36:86
Accogliendo le pressioni del primo ministro
britannico, Gordon Brown, il quale aveva lanciato dal Palazzo di Vetro un accorato
appello per un’alleanza internazionale contro la povertà, il Consiglio di Sicurezza
dell’ONU ha dunque approvato all’unanimità una risoluzione per l’invio di una forza
internazionale di pace nel Darfur, la regione occidentale del Sudan in preda ad una
sanguinosa guerra civile. Si tratta di una forza ibrida, composta da Caschi Blu dell’ONU
e militari dell’Unione Africana, in tutto circa 26 mila uomini. Prendendo la parola
subito dopo il voto, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha parlato
di un’operazione storica e senza precedenti che invierà un segnale chiaro al mondo
per aiutare le popolazioni del Darfur duramente provate da un conflitto, che dal 2003
ha causato oltre 200 mila morti e 2 milioni e mezzo di profughi. Gli Stati Uniti sono,
comunque, tornati a minacciare sanzioni unilaterali e multilaterali contro il governo
di Karthoum, in caso di mancato rispetto della risoluzione dell’ONU. La miccia, dunque,
va disinnescata, assicurando la sicurezza dei civili, ma anche attraverso una composizione
negoziale del conflitto, prima che il Darfur soccomba tra lotte di potere interne
ed interessi internazionali legati in primis, al petrolio.