Il Papa all'udienza generale: la fede si manifesta nella carità. Il saluto agli scout
nel loro centenario e la gioia per la vittoria dell'Iraq nella Coppa d'Asia
Circa 5 mila fedeli hanno accolto questa mattina nell’Aula Paolo VI Benedetto XVI,
che è giunto in elicottero in Vaticano, da Castel Gandolfo, per l’udienza generale.
Proseguendo le sue catechesi sui padri della Chiesa, il Papa oggi ha concluso quella
iniziata il 4 luglio scorso su San Basilio evidenziando i suoi richiami a meditare
sul mistero di Dio, ad avere cura del prossimo e la sua sollecitudine per i giovani.
Infine il Santo Padre ha salutato gli scout, che oggi festeggiano 100 anni di storia,
ed ha espresso la sua particolare gioia per l’evento festoso che ha coinvolto gli
iracheni in questi giorni: la vittoria della Coppa d’Asia di calcio. Il servizio di
Tiziana Campisi:
San Basilio
può essere considerato uno dei padri della Dottrina sociale della Chiesa; con la sua
vita e i suoi scritti, invita a riflettere sul mistero di Dio, a riconoscere quanto
importanti siano le opere della carità per manifestare la propria fede, ed ancora
esorta i giovani a cercare la verità. E’ quanto ha sottolineato Benedetto XVI che
ha evidenziato cosa rende attuale questo Padre della Chiesa vissuto nel IV secolo
e a braccio ha spiegato: “Primo, questa partecipazione attenta,
critica e creativa nella cultura di oggi; poi la responsabilità sociale, e questo
in un tempo in cui in un mondo globalizzato anche i popoli geograficamente distanti
sono il nostro prossimo, realmente. L’amicizia con Cristo, il Dio con il volto umano,
e finalmente la conoscenza del Dio Creatore, Padre di noi tutti. E solo aperti a questo
Dio, Padre comune, possiamo creare un mondo giusto e un mondo fraterno”. Il
Santo Padre ha ricordato i frequenti richiami di San Basilio ai fedeli: quello ad
alimentare le energie derivanti dal Battesimo attraverso l’Eucaristia, quello a non
disprezzare gli uomini e a non oltraggiare Cristo con la disumanità verso gli altri.
“Guardando Cristo – ha affermato il Papa – si capisce appieno la dignità dell’uomo”,
e citando un’omelia del Padre della Chiesa ha aggiunto:
“Il
cristiano, vivendo in conformità al Vangelo, riconosce che gli uomini sono tutti fratelli
tra di loro; che la vita è un'amministrazione dei beni ricevuti da Dio, per cui ognuno
è responsabile di fronte agli altri”. Descrivendo la sollecitudine
di San Basilio per i giovani, il Papa ha evidenziato l’importanza attribuita dal Padre
della Chiesa allo studio dei classici della letteratura greca e latina:
“Bisogna
prendere dai testi degli autori classici quanto è conveniente e conforme alla verità:
con atteggiamento critico – si tratta infatti di un vero e proprio 'discernimento'
– i giovani crescono nella libertà. ... ‘Dobbiamo utilizzare quei libri seguendo in
tutto l'esempio delle api. Esse non vanno indistintamente su tutti i fiori, e neppure
cercano di portar via tutto da quelli sui quali si posano, ma ne traggono solo quanto
serve alla lavorazione del miele, e tralasciano il resto. E noi, se siamo saggi, prenderemo
da quegli scritti quanto si adatta a noi, ed è conforme alla verità, e lasceremo andare
il resto’”. Al termine dell’udienza, Benedetto XVI ha espresso
la sua particolare gioia per la recente vittoria della Coppa d’Asia della squadra
di calcio irachena, quindi ha detto:
“Sono rimasto
felicemente impressionato dall'entusiasmo che ha contagiato tutti gli abitanti, spingendoli
nelle strade per festeggiare l'evento. Come tante volte ho pianto con gli Iracheni,
in questa circostanza con loro gioisco. Questa esperienza di lieta condivisione rivela
il desiderio di un popolo di avere una vita normale e serena. Auspico che l’evento
possa contribuire a realizzare in Iraq, con l’apporto di tutti, un futuro di autentica
pace nella libertà e nel reciproco rispetto”. Salutando
i pellegrini che hanno preso parte all’udienza, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero
particolare ad un gruppo di ragazzi e ragazze israeliani, palestinesi e libanesi ospiti
in questi giorni dell’Associazione Volontari Assistenza Disabili “Il buon Samaritano”
di Tarquinia. Poi ha salutato il gruppo degli Scout d'Europa e rivolgendosi alle guide
e agli scout di tutto il mondo, che oggi festeggiano il centenario dell’inizio dello
scoutismo, ha detto:
“Auguro di cuore che il movimento
educativo dello scoutismo, scaturito dalla profonda intuizione di Lord Robert Baden
Powell, continui a produrre fecondi frutti di formazione umana, spirituale e civile
in tutti i Paesi del mondo”. Al termine dell’udienza Benedetto
XVI ha lasciato il Vaticano ed ha raggiunto in elicottero la residenza estiva di Castel
Gandolfo.
E come abbiamo sentito, il Papa ha rivolto
parole di saluto agli scout che oggi hanno partecipato all’ udienza generale nell’
Aula Paolo VI. Ma cosa vuol dire per loro incontrare il Santo Padre? Ascoltiamo alcuni
commenti raccolti da Marina Tomarro:
R. –
E’ un’occasione unica, perché un centenario non capita sicuramente tutti i giorni.
La felicità di essere qui in questo momento è grande. Ringraziamo il Signore che ci
ha concesso di festeggiare questo evento.
R. – E’
una emozione bellissima.
R. – E’ sicuramente sottolineare
quella che è la base dello scoutismo e cioè il legame con la Chiesa e il sentirsi
vicini in questa giornata è per noi così importante. E’ poi anche una fraternità con
tutti gli scout del mondo, che ovviamente nel Papa trovano l’unione.
R.
– E’ un’occasione importante in cui lo scoutismo viene riconosciuto e il Papa ci dà
la possibilità di rendere visibile a tutti quanti quello che facciamo quotidianamente.
D. – Cosa vuol dire per te essere uno scout?
R.
– Rispondere ad una chiamata. E’ la risposa ad una chiamata di servizio e, quindi,
un modo di poter essere utile.
R. – Aiutare il prossimo.
Invito anche altri ragazzi a diventare scout, perché è molto bello.
R.
– Essere scout vuol dire esserlo tutti i giorni e, quindi, essere cristiani al lavoro,
in famiglia ed ovunque.
D. - Ma durante questi 100
anni di scoutismo come è cambiato il metodo educativo verso i ragazzi? Ascoltiamo
Giovanni Franchi De’ Cavalieri, presidente federale dell’Unione Internazionale delle
Guide Scout d’Europa:
R. – Il metodo è praticamente
sempre lo stesso. L’intuizione geniale di Baden Powell che 100 anni fa, dopo molti
studi, inventò questo metodo è sicuramente molto attuale. Certo, bisogna mantenersi
al passo con i tempi. Certo cento anni fa non esistevano i computer, non c’erano i
telefoni cellulari ed oggi, quindi bisogna saper sfruttare anche questi nuovi mezzi
della tecnologia. Ma lo spirito, la vita all’aria aperta e nei boschi sono sempre
gli stessi.