E' morto il regista Michelangelo Antonioni: aveva 94 anni
Si aprirà questa mattina in Campidoglio, a Roma, la camera ardente per il regista
Michelangelo Antonioni, scomparso lunedì sera all’età di 94 anni. I funerali si terranno
domani a Ferrara. Dopo Ingmar Bergman, dunque, un altro maestro indiscusso del cinematografia
mondiale se ne va, lasciando una serie di capolavori ed un emblematico testamento
a chiusura di una intensa carriera. Il servizio di Luca Pellegrini: :
Come
trasportato da una folata di vento del deserto del suo Zabrieskie Point, Michelangelo
Antonioni ha raggiunto, nel paradiso dei cineasti, Ingmar Bergman. Quasi un logico
destino, ricordando il particolare dell’omicidio in Blow up, il suo sguardo si unisce
a quello del regista svedese in un grande monito lasciato come perenne eredità alle
nuove generazioni che vivono, fanno e celebrano il cinema: lasciatevi condurre dalla
vostra anima. In ogni suo film la sua anima era lo sguardo: uno sguardo angosciato,
uno sguardo abissale, severo, lucido, sull’umanità, sulla donna, sulla alienazione
dei sentimenti e, di riflesso, della società contemporanea, così come narrata nella
splendida trilogia formata da L’avventura, La notte e L’eclisse. Moderno, innovativo
nella ricerca anche delle tecniche più avanzate, genialmente maniacale nel costruire
sequenze e inquadrature costruite per sedurre lo spettatore, condurlo inesorabilmente
nel suo mondo asciutto e leggero, come era lui nella vita, come lo è la sua pittura
con la quale, privato negli ultimi anni della parola, comunicava le sue idee, i moti
di un animo forte ed elegante. Ha attraversato, infatti, la vita punteggiata da tanti,
inaspettati ostacoli, e si è avvicinato alla morte con quell’eleganza che il cardinale
Martini, in una delle sue recenti omelie, ha descritto come una qualità umana e cristiana.
Lo sguardo elegante di Antonioni, la nobiltà di una quieta esistenza, sono il suo
testamento. Lo sguardo per un film che purtroppo, nel 1982, non ha mai visto la luce,
dedicato a San Francesco, avvicinato con il pudore di un laico e la sincerità dell’artista.
Lo sguardo come protagonista di un cortometraggio, Lo sguardo di Michelangelo appunto,
ultima, emblematica, profetica fatica, lezione indiscutibile di regia e indubitabile
di vita, ispirato al Mausoleo di Giulio II scolpito da Michelangelo nella Basilica
di San Pietro in Vincoli: un silenzio più loquace d’ogni parola accompagna Antonioni
dinanzi al sepolcro del Pontefice, egli scruta curioso i particolari delle mani, giunte
in preghiera, di Lia e Rachele, simboli della vita attiva e contemplativa, simboli
della vita di Antonioni. Mosè guarda severo il regista. Lui, come è accaduto la scorsa
notte, si allontana sereno e pacificato.