Centinaia di giovani in marcia con San Francesco per partecipare alla Solennità del
Perdono di Assisi
Centinaia di giovani stanno partecipando in questi giorni alla 27.ma edizione della
Marcia francescana che si svolge sul tema: “Il cammino si fa PerDono”. Meta del pellegrinaggio
è la Basilica Patriarcale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, dove domani
mattina alle 11.00 il ministro generale dei Frati Minori, padre José Rodriguez Carballo,
celebrerà la Messa per l’apertura della Solennità del Perdono di Assisi: festa che
culminerà il 2 agosto. Paolo Ondarza ha intervistato fra Renato del Bono,
coordinatore nazionale della Marcia francescana: R.
– L’icona biblica che ci accompagna è quella dell’esodo, quindi anche dell’esperienza
del popolo di Israele che si mette in cammino, si mette in discussione per liberarsi
dalla tanta zavorra che, purtroppo, nella nostra vita accumuliamo; e l’esperienza
della marcia ti aiuta a buttare via le false sicurezze, a dar luce alle sicurezze
vere.
D. – Spesso oggi quando si parla di marcia,
si parla di avvenimenti che hanno anche uno sfondo politico. In questo caso, la Marcia
francescana è un vero e proprio pellegrinaggio, quindi qualcosa di diverso …
R.
– Molto diverso! Infatti, siamo stati tentati più volte di cambiare questa dizione.
C’è un po’ questa ambiguità, oggi più che mai. Cioè, si fanno marce della pace che
non c’entrano niente con quanto possa essere riferito a Dio … Invece, a me piace sempre
dire che questa innanzitutto è, per la Marcia francescana, l’essere pellegrini del
perdono.
D. – E perché una marcia?
R.
– Perché il cammino evoca quello che è l’essenziale della vita. Il cammino, poi, in
un contesto specifico come quello del pellegrinaggio, diventa anche il fare i conti
con le cose che valgono: il fatto stesso di portare lo zaino, devi fare il conto che
non può pesare più di tanto, devi fare il conto con il tuo limite, con le vesciche
che ti vengono sotto ai piedi, con il fatto che magari devi chiedere aiuto al fratello
che ti sta accanto, il fatto che non hai nessuna delle comodità che magari tu dai
per scontate …
D. – Si fa l’esperienza di passare
da una vita frenetica, dove a volte il vuoto, il silenzio fanno paura e si cerca di
riempirli con tante attività, a un’esperienza di essenzialità …
R.
– Ricordo un ragazzo che era entrato in una crisi profonda perché lui che sembrava
il “super-macho”, “l’uomo che non deve chiedere mai”, è venuto a dirmi: “Padre, per
me è stata l’esperienza più grande perché mi rendo conto di quanto ho bisogno degli
altri, che io non posso bastare a me stesso". Ecco, questa è la bellezza del camminare
insieme!