Il Papa invita a pregare per la Chiesa in Cina: un mese fa la pubblicazione della
sua Lettera ai cattolici nella Repubblica popolare cinese
“Perché la Chiesa in Cina testimoni una sempre maggiore coesione e possa manifestare
l’effettiva e visibile comunione con il Successore di Pietro”: questa l’intenzione
missionaria di preghiera proposta da Benedetto XVI per il mese di agosto. Ascoltiamo
in proposito una riflessione di padre Vito Del Prete, segretario generale della
Pontificia Unione Missionaria, trascorso un mese esatto - oggi - dalla pubblicazione
della Lettera del Santo Padre ai fedeli della Chiesa cattolica che vivono nella Repubblica
popolare cinese. L’intervista è di Roberta Gisotti:
D. – Padre
Vito, la Lettera del Papa ha suscitato un grande interesse mediatico internazionale,
che si è però spento nel giro di pochi giorni, ma non certo si è spento l’interesse
tra i destinatari della Lettera, richiesti di raccogliere una grande sfida...
R.
– Io credo che i mass media, erano più interessati a sapere quali tendenze assumessero
la Santa Sede e il governo cinese a livello diplomatico. La Lettera, però, in realtà,
il problema lo riporta proprio alla comunità cinese. Bisogna guardare alla questione
cinese in termini ecclesiali. Bisogna purificare la memoria, perchè ci sono stati
dei problemi enormi, dal 1948 in poi. Bisogna dimenticare chi riporta o assume un’identità
cristiana fortissima in contrapposizione ad un’altra parte della Chiesa. Bisogna ritornare
a quella che è la comunione tra tutte le Chiese, non solo della Cina, ma del mondo,
e all’unità col Pontefice. E questo è un fatto ecclesiale, non è un fatto politico.
D. – Ricomporre questa unione naturalmente significa,
in qualche modo, aggirare l’ostacolo di relazioni diplomatiche, che naturalmente hanno
forse dei tempi molto più lunghi...
R. – E’ bene
che la Santa Sede sia interessata ad allacciare relazioni diplomatiche, ma non a tutti
i costi. La parte più essenziale, che interessa la Chiesa, è che ci sia questa comunione
all’interno e dell’Episcopato cinese e dei cattolici in Cina, perché questo è il nucleo
fondamentale. La Cina sta attraversando un grande cambiamento, è vero economico, ma
anche socio-culturale. Il che vuol dire che sta forgiando una nuova identità. In questo
senso la Chiesa cinese deve affrontare le sfide dell’evangelizzazione che sono in
tutto il mondo e particolarmente nella Cina di oggi. E in questo contesto superare
divisioni, giudizi di contrapposizione tra una parte e l’altra e non farsi influenzare
da quegli organi che sono stati creati dallo Stato per controllare la Chiesa. Non
è quello il punto di riferimento. Quindi, è un discorso che si fa all’interno della
coscienza dei cattolici. Il Papa in questo spera molto, perché i cattolici cinesi
hanno il cuore cattolico sia dall’una che dall’altra parte e da questo grande cuore
cattolico deve sgorgare l’unità.
D. – In questo
cammino verso la comunione davvero la Chiesa in Cina ha bisogno della preghiera della
Chiesa universale...
R. – Questo è uno dei punti
forti, perchè il Papa ha sempre detto che in realtà non è una questione di convenzioni
politiche, ma la comunione tra le Chiese - questa unità - è un fatto non solalemente
ecclesiale, ma dello Spirito Santo. E bisogna ritornare fortemente alla preghiera,
alla contemplazione e chiedere al Padre, che fa l’unità di tutto il genere umano,
che dia questa forza ai cattolici della Cina, perchè possano veramente superare le
loro divisioni.