Il saluto caloroso di Benedetto XVI al suo arrivo a Castel Gandolfo, sua "seconda
patria". Il vescovo di Treviso, mons. Mazzocato: resta nel cuore il clima di familiarità
creato in Cadore
Dalla quiete delle Dolomiti alla tranquillità dei Castelli romani: Benedetto XVI è
arrivato ieri sera, alle 19, nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo, dopo aver
lasciato nel tardo pomeriggio Lorenzago di Cadore, dove ha trascorso 19 giorni di
riposo. Il servizio di Roberta Gisotti:
La nostalgia
di partire da Lorenzago e la gioia di tornare a Castel Gandolfo: una giornata intensa
di emozioni quella di ieri per Benedetto XVI, che in un clima festoso, sottolineato
dal suono delle campane, si è accomiatato dalla piccola comunità dolomitica, dal sindaco
e dai collaboratori, tra cui Claudio De Nicolò, l’organizzatore delle amene passeggiate
sui sentieri intorno al paese. “Grazie Santo Padre”, “Ritorni lo aspettiamo” il saluto
- su alcuni striscioni - di fedeli e turisti. Accanto a Benedetto XVI i vescovi di
Belluno-Feltre, Giuseppe Andrich, e di Treviso, Andrea Bruno Mazzocato,
che all’indomani della partenza del Papa esprime il suo stato d’animo al microfono
di Alessandro De Carolis:
R. - Questi giorni sono
filati via molto velocemente e contemporaneamente devo dire anche con affetto e riconoscenza,
perché anche di persona il Santo Padre mi ha espresso il suo compiacimento per come
ha potuto essere ospitato e per come ha vissuto questi giorni di riposo e questo ci
ha fatto molto piacere.
D. - Cosa conserverà lei,
personalmente, di questi giorni di vicinanza con il Santo Padre?
R.
- Conservo una grande impressione della figura di questo Papa sul piano umano, per
come è riuscito con immediatezza e con semplicità ad entrare nei rapporti con le persone,
nel cuore della gente. Ha creato come un clima di familiarità - in quella zona dove
lui con molta semplicità si riposava - con queste sue brevi passeggiate serali. Poi,
conserverò certamente il ricordo dell’incontro con i sacerdoti di martedì scorso.
Per noi è stata un’esperienza straordinaria, di comunione con il Successore di Pietro,
una comunione anche vissuta proprio in maniera sentita, affettuosa e per tutti i sacerdoti
un’occasione di alto magistero. L’entusiasmo permane tuttora in tutti i sacerdoti.
Il Papa si è poi trasferito in elicottero dalla
località bellunese all’aeroporto di Istrana-Treviso, da cui è decollato l’aereo che
lo ha portato a Roma-Ciampino, e da qui in auto fino a Castel Gandolfo, accolto da
una piccola folla di fedeli, ai quali Benedetto XVI ha rivolto un caloroso saluto
dal balcone del Palazzo apostolico:
“Cari amici
ho trascorso vacanze bellissime nella terra delle Dolomiti, ma adesso sono felice
di essere di nuovo qui a Castel Gandolfo, che per me è una 'seconda patria'. Mi sento
sempre a casa a Castel Gandolfo, circondato dalla vostra amicizia, dalla vostra ospitalità”.
Insieme
ai fedeli, a dare il benvenuto a Benedetto XVI, il vescovo di Albano, Marcello
Semeraro:
D. - Eccellenza con quali sentimenti
i castellani si dispongono ad accompagnare Benedetto XVI in questa seconda parte di
ferie estive?
R. - Anzitutto, con un grande sentimento
di affetto, un sentimento spontaneo che alberga nel cuore di tutti i castellani e
della intera diocesi di Albano, ma anche, al tempo stesso, con un misto di orgoglio
e pure con la gratitudine di chi nella presenza fisica del Papa coglie il dono del
respiro universale della Chiesa.
D. - Mons. Semeraro,
lei ha osservato che accogliere il Papa nella sua diocesi “è una grazia più che un
privilegio”...
R. - Certo, perché è l’ottica giusta,
è la prospettiva cristiana, perché noi abbiamo nel Papa non soltanto un grande personaggio,
un leader, un punto di riferimento mondiale, ma per noi è il successore di Pietro,
il vicario di Cristo. E questo ci impegna a guardare a lui, ad ascoltare la sua parola.
D. - Quali appuntamenti si prevedono, possiamo svelare
qualche sorpresa?
R. - No, non ci sono al momento
sorprese, nel senso che c’è l’appuntamento settimanale dell’Angelus, il tradizionale
appuntamento della Messa dell’Assunta, il 15 agosto, nella Chiesa parrocchiale, un
appuntamento iniziato con Giovanni XXIII, al quale Paolo VI è rimasto sempre fedele,
così come Giovanni Paolo II ed anche Benedetto XVI. Al di là del calendario previsto,
è possibile ipotizzare anche qualche scampagnata, così come ha fatto negli anni precedenti.
L’anno scorso è stato a Nemi, a visitare il Santuario del Crocifisso, a recitare il
Rosario in privato sulle sponde del lago. Quindi, è pensabile che anche quest’anno,
in maniera molto riservata voglia fare questo. Noi rispettiamo la privacy del Papa
e il bisogno di momenti di riposo, di riflessione e di più prolungata preghiera.