Mons. Angelo Amato ha presentato a Madrid, al Corso estivo sul pensiero del Papa,
il libro di Benedetto XVI "Gesù di Nazaret"
Il segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, monsignor Angelo Amato,
ha presentato il libro di Benedetto XVI “Gesù di Nazaret” nel Corso Estivo sul pensiero
del Papa organizzato dalla Fondazione Università Re Juan Carlos, in svolgimento questa
settimana ad Aranjuez. L’Arcivescovo, riferisce l'agenzia Zenit, ha riassunto il lavoro
del Papa come quello di un “minatore” che trova una pietra preziosa e riesce a recuperare
“un ritratto vivo di Gesù, spesso appannato fino a risultare irriconoscibile da mille
ipotesi diverse”. Il presule ha anche invitato “ad avvicinarsi al libro, a leggerlo
attentamente e a scoprire con stupore il volto di Cristo che rivela il Vangelo”. Monsignor
Amato ha detto che il grande impegno di Benedetto XVI ha consistito nel presentare
il “vero ritratto” di Gesù, e ha aggiunto che lo ha fatto partendo da una “riflessione
sapienziale su Gesù, frutto della scienza, dell’esperienza e soprattutto dell’amore”.
Il presule ha indicato che si tratta semplicemente di presentare “Gesù di Nazaret,
il Gesù dei Vangeli e della Chiesa”, e non il Gesù dei vari autori, il Gesù “che ha
vissuto sulla nostra terra, che si fa conoscere come Figlio di Dio già prima della
Pasqua, il Gesù della storia e della fede”. In questo contesto, monsignor Amato ha
affermato che il Papa “compie un’indispensabile opera di purificazione e ossigenazione
della ricerca contemporanea su Gesù”. Il segretario della Congregazione per la Dottrina
della Fede ha sottolineato che a differenza della maggiore creatività artistica e
delle grandi presentazioni letterarie, come quelle di Dostoevskij, Unamuno, Bernanos
o Papini – che attraverso narrazioni distinte parlavano dello stesso Cristo –, “la
ricerca contemporanea perde il volto biblico del Signore riducendolo a una figura
del passato” e riconoscendo in Lui al massimo “un maestro di morale o un rivoluzionario”.
Il presule ha esposto alcune delle chiavi interpretative erronee, unite dal “rifiuto
di fondo del soprannaturale”: da quella razionalista a quella fantastica (in cui addirittura
si inventano personaggi e fatti mai narrati dai Vangeli), passando per quella mitica
o quella scettica, fino ad arrivare all’interpretazione estetica di Renan o alle interpretazioni
liberale e modernista. Nel suo discorso l’Arcivescovo ha osservato che l’impegno del
Papa in questa opera è armonizzare “la storia e la fede”. Dal punto di vista metodologico,
il Papa riconoscere il valore delle fonti bibliche e armonizza il Gesù della Storia
e il Gesù della Fede, opponendosi anche a un “fideismo acritico”. “La fides senza
la storia manca di fondamento, la storia senza la fides è insufficiente per affrontare
la verità di Dio in Cristo. Questi sono i pilastri della verità del cristianesimo:
la salvezza nella storia e nella fede”, ha sottolineato monsignor Amato. Rispetto
al contenuto del libro, l’Arcivescovo ha detto che Benedetto XVI presenta Gesù come
il “nuovo Mosè”, visto che a differenza del profeta Cristo contempla il volto di Dio,
e ha aggiunto che questo contatto “immediato” con il Padre è la “chiave per una retta
comprensione di Gesù”. Secondo monsignor Amato, il libro del Papa offre una “sintesi
di Cristologia prepasquale”. (R.P.)