2007-07-23 14:26:55

A Lorenzago, mattinata di studio e riposo per Benedetto XVI, che domani risponderà alla domande dei sacerdoti, nell'atteso incontro con il clero bellunese e trevigiano


Il soggiorno di Benedetto XVI a Lorenzago di Cadore è caratterizzato oggi dall’alternanza di momenti di riposo, studio e preghiera. Il Santo Padre, questa mattina, è rimasto nella villetta immersa nel bosco di Lorenzago dove soggiornerà fino a venerdì prossimo. Al microfono di Amedeo Lomonaco, l’inviato del quotidiano Avvenire, Salvatore Mazza:RealAudioMP3


R. - Il Papa ha trascorso la mattinata, come ormai ci ha abituato, nella sua villetta tra studio e preghiera e si ritiene che oggi trascorrerà la giornata in questo modo. E’ difficile che esca.

 
D. - All’Angelus di ieri e nel discorso di venerdì al termine del concerto in suo onore, il Papa ha fatto riferimento all’inutile strage della Prima Guerra mondiale, che ha avuto anche le Dolomiti tra i campi di battaglia. Quale ricordo, quale coscienza c’è oggi tra la gente del posto di quella drammatica pagina di storia?

R. - E' una drammatica pagina di storia per tutti quanti, perché sono fatti che risalgono a 90 anni fa, ma qui sono vissuti come un dolore quotidiano. E’ una cosa di cui ci si rende conto e non è soltanto perché qui passano ancora i camminamenti della Prima guerra mondiale. In questo punto, passava proprio la linea del fronte e, ancora oggi, camminando sui sentieri si possono incrociare le antiche trincee. Ci sono cartelli ovunque e ancora si trovano proiettili inesplosi, risalenti alla guerra. Quindi, è un ricordo molto vivo e soprattutto gli anziani hanno dimostrato una commozione particolare a questo richiamo del Papa. Evidentemente, sono fatti che le popolazioni di queste parti hanno sempre vissuto "a pelle", in maniera molto forte. Per il resto, c’è stata molta contentezza per le parole del Papa quando ha ringraziato ancora una volta per l’accoglienza ricevuta che, bisogna dirlo, è stata veramente splendida.

 
D. - Quindi la sensazione è che il 27 luglio, quando il Papa lascerà Lorenzago, sarà in realtà un arrivederci…

 
R. - Ci sarà molta nostalgia di sicuro. Qui, sperano ovviamente in un arrivederci anche se non lo dicono, perché in questo non vogliono sembrare invadenti. Il Papa ha dimostrato di trovarsi molto bene e quindi di apprezzare l’ospitalità e sperano che anche l’anno prossimo possa tornare.

Cresce intanto l’attesa per un importante appuntamento: si tratta dell’incontro di Benedetto XVI con il clero delle diocesi di Treviso e Belluno-Feltre, che si terrà domani mattina alle 11 nella chiesa di Santa Giustina, ad Auronzo di Cadore. Sul significato di questo incontro, al quale parteciperanno oltre 400 sacerdoti, ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco, il vescovo di Treviso, Andrea Bruno Mazzocato:RealAudioMP3


R. - E’ un incontro molto atteso vista la risonanza, l’importanza, che ha avuto quello dell’anno scorso in Val d’Aosta. E’ uno dei desideri che i sacerdoti avevano espresso immediatamente. Sarà un incontro prima di tutto in un clima di comunione, di preghiera e anche di desiderio di ascoltare direttamente il Santo Padre su alcuni aspetti cruciali, oggi, del ministero sacerdotale.

 
D. - Come si svolgerà esattamente questo incontro: sarà un confronto con domande e risposte o ci saranno altre modalità?

R. - Si ripete la formula della domanda e risposta. Quindi, ci sarà prima un momento di preghiera con l’Ora media e poi il Santo Padre ha dato disponibilità a rispondere a delle domande, rivolte in parte da sacerdoti di Treviso e in parte da sacerdoti di Belluno-Feltre.

 
D. - I sacerdoti della diocesi di Treviso le hanno già indicato alcune delle domande che rivolgeranno al Papa?

 
R. - Li stanno ancora formulando, perché avevamo fatto un ventaglio abbastanza ampio mettendo a fuoco delle problematiche che sono attuali oggi per la nostra pastorale: l’immigrazione, la formazione dei giovani, le priorità di un ministero che, diventa sempre più impegnativo, e la famiglia. C’erano varie aree sulle quali adesso si stanno focalizzando alcune domande.

 
D . - Eccellenza, si sta per concludere il periodo di riposo del Santo Padre a Lorenzago di Cadore: quali sono le immagini di questo soggiorno, le parole pronunciate dal Papa, che sono rimaste più impresse nei fedeli e nella comunità della cittadina bellunese?

 
R. - Le immagini sono quelle, certamente, di un pastore che con molta immediatezza e umanità incontra le persone e con la stessa umanità incontra la singola persona, il gruppo e la massa di fedeli. Credo sia questa l’immagine che più resterà, smentendo, se ce n’era bisogno, certi clichés che tutti hanno visto essere ben lontani dal cuore e dalla personalità di Benedetto XVI. Poi credo che, non solo le parole, ma anche il suo godere della natura in maniera immediata sia un messaggio che resta vivo nelle nostre Dolomiti.

E la presenza di Benedetto XVI in Cadore è una cosa straordinaria e motivo di grande commozione. E’ quanto sottolinea, al microfono di Luca Collodi, il giornalista del settimanale della diocesi di Belluno “L’amico del Popolo”, Marco Perale:RealAudioMP3


R. - In un caso del genere, avere una presenza così umana, come quella raccontata ieri nel Vangelo, in un rapporto quasi personale, familiare, come quello con Marta e Maria, è una cosa diversa. Quindi, c'è grande commozione per la presenza del Papa. Ma per noi è anche un momento di grande autocoscienza, di consapevolezza, perché avere casualmente l’intera provincia del Cadore, l’intera Valle di Belluno, poi l’Agordina, l’Ampezzo e la Valpago vicine a Benedetto XVI - siamo l’ultima "Betlemme" di Galilea anche noi - ci fa ritenere che questa vicinanza sia meno casuale e quindi ancora più significativa per noi.

 
D. - Parliamo del settimanale “L’Amico del popolo” della diocesi di Belluno-Feltre, che in questi giorni è sotto gli occhi dell’opinione pubblica. Un giornale che è un po’ il punto di riferimento anche di tanti colleghi che seguono il Papa su a Lorenzago...

 
R. - Noi, per fortuna, abbiamo avuto già modo di allenarci nelle precedenti sei visite di Giovanni Paolo II, quindi i rapporti con la grande stampa li abbiamo già avuti. Del resto, i giornali diocesani sono una realtà enorme, magari poco conosciuta perché va poco sotto i riflettori, ma tutti insieme sono oltre 100 testate in Italia, che fanno più di un milione di copie a settimana. Staimo parlando di un indice di penetrazione tra la gente, nelle comunità locali, nelle singole famiglie molto forte. Noi tiriamo quasi 20 mila copie in una provincia da 210 mila abitanti: vuol dire circa una copia ogni 10 persone che rappresenta una presenza, un radicamento straordinario. L’anno prossimo, festeggiamo i 100 anni di vita e queste sono occasioni che ci aiutano ulteriormente a capire e a radicare nel territorio il nostro ruolo. E’ una grande eredità che abbiamo avuto e che stiamo cercando, ovviamente tutti insieme, di mantenere e sviluppare.







All the contents on this site are copyrighted ©.