2007-07-22 13:59:42

Sì al dialogo per garantire la pace, no alla guerra e agli armamenti che aprono "spazi d'inferno" nel mondo: vibrante appello di Benedetto XVI all'Angelus da una Lorenzago in festa


Contro le “inutili stragi” provocate dalla guerra, che “aprono spazi d’inferno” nel “giardino del mondo”, gli uomini scelgano la forza del diritto e la libertà, le sole che garantiscono una “pace equa e duratura”. Con questo vibrante appello, levato questa mattina prima della recita dell’Angelus, Benedetto XVI si è rivolto al mondo dal piccolo e gremitissimo centro di Lorenzago di Cadore, che da 13 giorni ospita il soggiorno estivo del Papa. La preghiera mariana si è svolta in un clima di grande partecipazione di folla - circa seimila i presenti - che ha applaudito e acclamato Benedetto XVI a più riprese. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

 Un grido contro la guerra e il suo indotto - la corsa agli armamenti, la rinuncia al diritto - lanciato dalle radure e dalle vette che assistettero all’“inutile strage” del primo conflitto mondiale. L’eco delle parole di Benedetto XVI dilaga dalla piazza di Lorenzago di Cadore, affollata all’inverosimile, in un giorno e in un’ora di quiete domenicale estiva per scuotere quelle coscienze che, in varie parti del mondo, ancora non hanno compreso che il “giardino” della terra è un dono di Dio, che all’uomo spetta “coltivare e custodire” e non violarne la bellezza con con le ferite dell’odio:

 
“Se gli uomini vivessero in pace con Dio e tra di loro, la Terra assomiglierebbe veramente a un 'paradiso'. Il peccato purtroppo ha rovinato questo progetto divino, generando divisioni e facendo entrare nel mondo la morte. Avviene così che gli uomini cedono alle tentazioni del Maligno e si fanno guerra gli uni gli altri. La conseguenza è che, in questo stupendo ‘giardino’ che è il mondo, si aprono spazi di ‘inferno’”.

 
Parole forti, eredi di una tradizione che da Benedetto XV, all’alba del “secolo breve”, fino a Giovanni Paolo II, più volte si sono levate - dai microfoni della Santa Sede come dalla tribuna delle Nazioni Unite - per ribadire un concetto-chiave degli ultimi Pontificati: “Mai più la guerra!” E proprio la celebre “Nota alle potenze belligeranti” indirizzata da Benedetto XV il 1° agosto di 90 anni fa è stata ricordata dal Papa nel suo valore, ha detto, “ampio e profetico”. Essa, ha affermato Benedetto XVI, ebbe nel 1917 “il coraggio” di definire “un’inutile strage” la guerra che gli Stati stavano combattendo, ma ancora oggi, ha osservato, può applicarsi “a tanti altri conflitti che hanno stroncato imnnumerevoli vite umane":

 
“La Nota del Papa Benedetto XV non si limitava a condannare la guerra; essa indicava, su un piano giuridico, le vie per costruire una pace equa e duratura: la forza morale del diritto, il disarmo bilanciato e controllato, l’arbitrato nelle controversie, la libertà dei mari, il reciproco condono delle spese belliche, la restituzione dei territori occupati ed eque trattative per dirimere le questioni”.

 
Una Nota, dunque, ha insistito il Papa, “orientata al futuro dell’Europa e del mondo, secondo un progetto cristiano nell’ispirazione, ma condivisibile da tutti perché fondato sul diritto delle genti”. E’ la stessa impostazione, ha aggiunto il Pontefice, che i Servi di Dio Paolo VI e Giovanni Paolo II seguirono nei loro “memorabili discorsi” all’ONU. E ricordando le “tante testimonianze” e i “commoventi cori degli Alpini” che raccontano delle sofferenze della guerra patite dal Cadore, Benedetto XVI ha concluso:

 
“Da questo luogo di pace, in cui anche più vivamente si avvertono come inaccettabili gli orrori delle ‘inutili stragi’, rinnovo l’appello a perseguire con tenacia la via del diritto, a rifiutare con determinazione la corsa agli armamenti, a respingere più in generale la tentazione di affrontare nuove situazioni con vecchi sistemi”.

 
Molti i volti illustri accanto al Papa e tra la folla presente all’Angelus. Benedetto XVI ha salutato e abbracciato il cardinale patriarca di Venezia, Angelo Scola, e il cardinale vescovo di Hong Kong, Joseph Zen Ze-kiun, accompagnato da una sessantina di fedeli cinesi. E ancora, il presidente della CEI, l’arcivescovo di genova, Angelo Bagnasco, oltre ai due presuli che hanno lavorato per garantire al Papa un queito periodo di riposo: il vescovo di Belluno-Feltre, Giuseppe Andrich, che ha rivolto un pensiero al Pontefice prima dell’Angelus, e il vescovo di Treviso, Andrea Bruno Mazzocato. E nel salutare con particolare "gioia" Edoardo Luciani, l’anziano fratello di Giovanni Paolo I, Benedetto XVI si è congedato così dalla folla:
 
"Trovandomi nella Piazza di Lorenzago, desidero rivolgere il mio più cordiale saluto agli abitanti di questo bel paese, che mi hanno accolto con tanto affetto (...) Oggi la prima Lettura del Vangelo parla di ospitalità, e mi sono venute in mente le parole di San Benedetto: "Accettare l’ospite come Cristo". Mi sembra che siete tutti benedettini perché mi avete accettato così (applausi). A tutti auguro una buona domenica e un sereno periodo di vacanza". (applausi)


E sul clima che ha caratterizzato l’incontro di Benedetto XVI con la folla che lo attendeva per la recita dell’Angelus ci riferisce, al microfono di Tiziana Campisi, l’inviato a Lorenzago del quotidiano Avvenire, Salvatore Mazza:RealAudioMP3

R. - E’ stato un clima assolutamente eccezionale per Lorenzago. Per la prima volta, tante persone si sono ritrovate nella piazza principale. Sono arrivate per lo più dalla diocesi di Belluno. Poi c’erano i villeggianti dei piccoli comuni qua intorno. La cosa curiosa è che stamattina, alle 8, la strada che conduce alla piazza è stata chiusa al traffico. Ma tutto si è svolto ordinatamente, anche se poi la gente continuava ad arrivare, ma già alle 8.30 la piazza era strapiena. E’ stato un momento molto bello e il clima si è infiammato quando il Papa è arrivato. E’ la settima volta che un Pontefice soggiorna qui a Lorenzago, ma è la prima volta che l’Angelus viene recitato dalla piazza, quindi una primizia assoluta che è stata onorata al meglio dalla gente del posto.

 
D. - A due settimane dall'arrivo di Benedetto XVI sulle Dolomiti, Lorenzago si è abituata alla presenza del Santo Padre?

 
R. - Assolutamente si, e con una discrezione veramente incredibile. Il Papa non viene "braccato", non viene inseguito nelle sue veloci uscite serali, ormai così caratteristiche. Se il Pontefice si ferma è un regalo enorme, se non si ferma lo salutano mentre passa. E’ come una routine di famiglia.

 
D. - Il Papa appare più rilassato, più disteso, anche un po’ abbronzato...

 
R. - Si, anche perchè le sue passeggiate le fa, una al mattino e una al pomeriggio dentro il Parco attrezzato che è stato recintato intorno alla villa: una superficie piuttosto ampia che gli permette di camminare anche al sole se vuole, e si vede. Poi, le sue uscite serali per recitare il Rosario in uno dei tanti luoghi di culto popolare intorno a Lorenzago lo rilassano.

 
D. - Come ha trascorso il pomeriggio di ieri Benedetto XVI?

 
R. - Non si è allontanato dalla zona di Mirabello. Sembra che verso sera sia andato sul sentiero che parte dal castello, quello fuori dall’area attrezzata che è in quota.







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