Grande speranza ha suscitato l’elezione del nuovo presidente dell'autoproclamata Repubblica
del Nagorno-Karabakh, il generale Bako Saakian che, forte dell’85% delle preferenze,
si prepara a condurre il Paese verso una stagione che porti alla pace definitiva ed
al riconoscimento internazionale. Ce ne parla Giuseppe D’Amato:
A Stepana
Kert si spera nell’inizio di un nuovo periodo che porti finalmente alla pace definitiva
ed al riconoscimento internazionale. Questo l’augurio dei 138 mila abitanti dell’enclave
esteso come il Molise. Nuovo presidente è stato eletto Bako Saakian, con l’85 per
cento delle preferenze. Gli altri candidati hanno riportato preferenze assai basse.
Tre quarti degli aventi diritto ha partecipato al voto. 47 anni, ex capo dei servizi
di sicurezza del Nagorno Karabach, Saakian avrà il difficile compito di intavolare
una trattativa vera con gli azeri. Finora tutti gli sforzi internazionali sono naufragati
nel nulla. Bako non ha mai riconosciuto l’indipendenza della regione a maggioranza
armena. E’ con l’inizio della Perestroika gorbacioviana e con le varie stragi in Caucaso
che si è sviluppata la questione dell’enclave del Nagorno Kabarach, terra da secoli
contesa da azeri e da armeni. Dopo le prime scaramucce, scoppia la guerra che provoca
30 mila morti ed un milione di profughi. Nel maggio ‘94 la regione è libera dal controllo
di Bako. L’Azerbaijan accusa l’Armenia e la Russia di avere appoggiato i separatisti.
Nessuna organizzazione internazionale ha verificato il voto. La Repubblica del Nagorno
Karabach non è stata riconosciuta da alcuno Stato. “Facciamo queste elezioni per il
nostro popolo e non per la comunità internazionale” è stato il commento del ministro
degli esteri locale, Masis Mailian.