A 70 anni dalla morte di Guglielmo Marconi, il ricordo commosso della figlia Elettra
70 anni fa il 20 luglio del 1937, moriva il grande inventore della Radio, Gugliemo
Marconi, la cui genialità segnava una vera rivoluzione nella storia delle comunicazioni
e nei rapporti fra gli uomini. Dedicatosi, fin dalla più giovane età, alla ricerca
scientifica, Marconi, a soli 35 anni veniva insignito del Premio Nobel per la fisica.
Nel 1931 legava il suo nome alla costruzione della Radio Vaticana, offrendo al Papa
la possibilità di diffondere il suo messaggio in tutto il mondo:
"Ho l'altissimo
onore di annunziare che fra pochi istanti il Sommo Pontefice Pio XI inaugurerà la
stazione radio dello Stato della Città del Vaticano. Le onde elettriche trasporteranno
in tutto il mondo, attraverso gli spazi, la sua parola di pace e di benedizione".
In
occasione di questo anniversario, Roberta Gisotti ha intervistato la figlia
Elettra Marconi:
D. -
Principessa Elettra, aldilà dell’immensa fama goduta da suo padre, cosa porta lei
nel cuore, di più prezioso, della sua eredità?
R.
– Ricordo le qualità morali di mio padre, che mi trasmetteva la sua onestà, la sua
rettitudine e anche il suo esempio, perché lui era molto fedele ai suoi principi.
D.
– Suo padre ebbe a sottolineare più volte lo stretto legame tra la pace e la Radio,
pensata appunto come mezzo per salvare vite umane, soprattutto in mare. Questo rigore
di scienziato, pure in tempi difficili, sempre rimasto dedicato alla sua missione
è tanto più oggi un modello, un esempio…
R. – Sì,
infatti, quando nel 1901 fece la prima trasmissione radio, senza fili, attraverso
l’Atlantico, dall’Inghilterra all’isola di Terranova in Canada, lui comprese che avrebbe
fatto una comunicazione globale che avrebbe unito tutti i cinque continenti e capiva
anche l’importanza, per il mondo intero, di poter conoscersi, di andare d’accordo,
di scambiare le notizie, fare in modo che non ci fossero malintesi e poter evitare
le guerre. Quello che voleva era la pace nel mondo e fare in modo che le persone operassero
tutte per il bene e, infatti, non voleva che le sue invenzioni fossero sviluppate
per le guerre e le distruzioni ma solo per il beneficio dell'umanità.
D.
– Nel centenario della nascita, celebrato nel 1974, il futuro Papa Giovanni Paolo
II riassumeva in una lettera, dedicata appunto a Guglielmo Marconi, i tratti distintivi
della sua personalità con l’espressione “poche parole, tanti fatti”, rivelando una
grande ammirazione...
R. – Sì, mio padre ha sempre
agito concretamente. Da giovanissimo aveva tutti gli scienziati contro, che erano
scettici e dicevano che sarebbe stato impossibile comunicare attraverso gli oceani,
attraverso le montagne e che gli ostacoli erano insuperabili. Lui non gli ha mai risposto,
ma dimostrava con i fatti che aveva ragione.
D.
– Principessa Elettra, lei ha perso suo papà che era solo una bimba. Un’assenza che
ha segnato fortemente tutta la sua vita...
R. – Sì,
ho perso mio padre il giorno in cui compivo sette anni. Le ultime parole di mio padre,
prima di spirare, sono state appunto per me, perchè ha detto a mio nonno, il padre
di mia madre, di mandare un telegramma ad Elettra per il compleanno. E’ spirato con
grande coraggio e rassegnazione, stringendo fra le mani il Rosario ed il Crocifisso
che gli aveva dato mia madre, Maria Cristina Marconi, il giorno del loro matrimonio.