Primi incontri di Benedetto XVI con residenti e turisti tra i sentieri delle Dolomiti
bellunesi. Il cardinale Bertone atteso in Cadore per una conferenza
Prosegue in Cadore, allietato dall’incantevole cornice naturale, il periodo di riposo
e svago del Papa, che si tratterrà fino al 27 luglio nell’amena cittadina di Lorenzago,
nota località turistica delle Dolomiti, in provincia di Belluno, ospite in una villetta
nei pressi del Castello di Mirabello. E c'è attesa anche per l’arrivo a Lorenzago
- mercoledì prossimo, 18 luglio - del cardinale Tarcisio Bertone, che terrà una conferenza
a Pieve di Cadore sul suo "primo anno di segretario di Stato a contatto come il Papa”,
cosi come annunciato ieri dal portavoce della diocesi di Treviso, don Giuseppe Bratti.
Il servizio di Roberta Gisotti:
La presenza
di Benedetto XVI in Cadore solleva naturalmente il desiderio di molti fedeli o turisti
di poterlo incontrare e da qui il fervore anche nei luoghi di culto nei dintorni che
il Santo Padre potrebbe visitare, magari inaspettatamente come accaduto mercoledì
scorso a Lozzo nel Santuario della Madonna di Loreto, dove il Papa si è raccolto a
pregare, o ancora ieri pomeriggio con un fuori programma nella Valle di Stabie, dove
ha invece passeggiato, sostando con un gruppo di gitanti incontrati per caso. Sorpreso
quindi Benedetto XVI di ritrovarsi attorniato dai giornalisti, “che sanno sempre tutto”,
ha detto loro scherzosamente il Papa: Come
siete arrivati qui? I giornalisti sanno tutto ...
Ma
diamo la parola all’inviato del quotidiano "Avvenire" Salvatore Mazza,
per il racconto di questo incontro di simpatia ma anche commovente di ieri pomeriggio
con alcuni bambini e i loro genitori:
R. - Sì, è
stata un cosa molto simpatica perché il corteo del Papa, sulla strada del ritorno,
ha visto queste persone e c'erano due bambine con dei mazzolini di fiori in mano.
Allora il Papa si è fermato, è sceso dalla macchina, si è fermato prima a salutare
le bambine mentre il suo segretario, don Georg, riceveva questi fiori. Quindi, Benedetto
XVI si è intrattenuto con i genitori di una di queste due bambine, la più piccola,
che erano lì in villeggiatura e avevano visto la macchina con i giornalisti e allora
l'avevano seguita credendo che stessero "pedinando" il Papa, e infatti così era.
D.
- Da giornalisti, si avverte forse il peso, come dire, di non invadere l'esigenza
del riposo del Papa con i riflettori della stampa...
R.
- Ovviamente sì. Si ha sempre l'idea di essere inopportuni. Il problema è che il Papa
è qui per riposare e si cerca il più possibile di starsene in disparte. E anche quando
poi esce e il "dovere professionale" impone di seguire, di cercare di capire cosa
stia succedendo, si cerca sempre di fare il nostro lavoro con il massimo rispetto
per non invadere questo spazio di privacy che il Papa si ritaglia lontano dagli impegni
quotidiani.
D. - Ieri, c'è stata pure una sosta
privata con una famiglia che vive in una baita sempre nei pressi del Passo Mauria,
nella Valle di Stabie...
R. - Sì, esatto. Il Papa
ha percorso a piedi il sentiero e si è imbattuto in questa baita abitata dal signor
Lino e dalla moglie Celestina; poi è stato invitato a casa e si è seduto casualmente
- ma ovviamente perché poi il posto è quello - sulla stessa sedia su cui si era già
seduto Papa Wojtyla nel ’98 e lì si è fermato a conversare con i due padroni di casa,
chiedendo notizie del posto, chiedendo il significato del nome di questa baita, “Almetabiate”
- “la mia baita” in dialetto locale - che, come ha spiegato il signor Lino, non è
"mia" inteso in senso possessivo ma nel senso di chi ci si ristorasse. Il signor Lino
oggi mentre lo raccontava era molto emozionato, e poi, aver avuto la fortuna di poter
ospitare a casa propria, nel proprio giardino due Papi...
D.
- Ci sono attese particolari per la giornata di oggi?
R.
- La giornata del Papa viene decisa di volta in volta. Oggi, è una giornata veramente
splendida, fa caldo, c’è un sole magnifico, i contorni delle montagne sono assolutamente
nitide e il sospetto che anche oggi possa approfittare per uscire è abbastanza forte,
considerando che l’ha fatto in giorni non altrettanto belli.