I vescovi latinoamericani ringraziano il Papa per la Conferenza di Aparecida. Intervista
con il neopresidente del CELAM, mons. Damasceno Assis
"Un saluto pieno di affetto e gartitudine" nel "ricordo indimenticabile" della quinta
Conferenza generale dell'episcopato latinoamericano e caraibico. L'hanno espressa
in un messaggio rivolto a Benedetto XVI le nuove autorità del CELAM, guidate da mons.
Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida, la città brasiliana che ha ospitato
la Conferenza episcopale lo scorso maggio. E gratitudine al Papa è giunta anche dal
presidente uscente del CELAM, il cardinale Francisco Javier Errázuriz, arcivescovo
di Santiago del Cile, intervenuto alla plenaria. Domani, sarà l'ultimo giorno di lavori
per i vescovi latinoamericani, riuniti da martedì nel'isola di Cuba. Il servizio di
Debora Donnini:
La preparazione
della V Conferenza generale di Aparecida è stata al centro dell'attenzione del CELAM
negli ultimi due anni e uno dei punti-chiave del suo successo è stata una preparazione
molto partecipata. In particolare, le comunità di laici hanno dato molto valore al
fatto di essere state consultate dai vescovi. Molti fedeli hanno poi accompagnato
giorno per giorno il nostro lavoro ad Aparecida, ha fatto sapere nel suo resoconto
il cardinale Errázuriz: "Circa 100 mila persone hanno raggiunto la nostra pagina web
ogni giorno. Molti cattolici hanno pregato con noi le lodi dalle loro case". Profonda
gratitudine è stata espressa poi dal porporato per quanto prima Giovanni Paolo II
e poi Benedetto XVI hanno fatto per la Conferenza di Aparecida. Una gratitudine rivolta
a Benedetto XVI anche per i discorsi del suo viaggio apostolico in Brasile. Ma Aparecida
è stata significativa anche per la ricchezza degli orientamenti pastorali formulati.
“Davanti alle grandi sfide e alle minaccce, ai grandi sogni e alle grandi difficoltà
- ha affermato il cardinale Errázuriz - non reagiremo con timore né con aggressività
ma con l’allegria di essere cristiani, con un cuore pieno di gratitudine per i doni
di Dio a cominciare dalla presenza di Cristo fra di noi”. Il nuovo direttivo del CELAM
ha intanto ringraziato il Papa per l’autorizzazione alla pubblicazione del documento
di Aparecida e si è impegnato con nuovo ardore “ad un’evangelizzazione instancabile
perché i nostri popoli abbiano la vita nel Signore Gesù”. E
per conoscere i sentimenti con i quali si appresta a svolgere il proprio mandato il
neopresidente del CELAM, l'arcivescovo Raymundo Damasceno Assis, ascoltiamo
il presule nell'intervista di Mariangela Jaguraba, collega del Programma brasiliano
della nostra emittente:
R. -
Io non pensavo a questa elezione, ovviamente, ma sono molto grado ai vescovi che mi
hanno scelto come presidente di questo organismo così importante per l’America Latina.
Io confido, anzitutto e principalmente, nell’aiuto di Dio per compiere questa mia
missione, ma anche nella collaborazione di tutti gli altri membri della presidenza
e di tutti coloro che saranno eletti nei prossimi giorni come presidenti delle diversi
Dipartimenti del CELAM, che formeranno le diverse Commissioni consiliari. Si tratta,
infatti, di un lavoro di equipe che deve essere realizzato collaborando insieme. Io
spero, compatibilmente con le mie possibilità, di riuscire a fare tutto quello che
posso per il bene del CELAM e per il bene dell’America Latina, nel rispetto della
comunione delle Conferenze episcopali dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi.
D. - Quali saranno le prospettive di lavoro per
i prossimi quattro anni?
R. - L’obiettivo fondamentale
del CELAM per i prossimi quattro anni è senza dubbio quello di applicare le conclusioni
della V Conferenza di Aparecida. Sicuramente, tutti i Dipartimenti, così come la segreteria
generale del CELAM, avranno come primaria preoccupazione quella di pianificare nel
loro lavoro e nella loro attività le conclusioni della V Conferenza. Questo è certamente,
lo ribadisco, l'obiettivo principale del piano di lavoro del CELAM per i prossimi
quattro anni.