Con i tempi necessari per i negoziati è possibile siglare l’Accordo economico tra
Santa Sede ed Israele: così, padre Jaeger, sull’ultimo incontro della Commissione
bilaterale a Gerusalemme
Passi avanti nei negoziati tra Santa Sede e lo Stato di Israele sull’Accordo economico.
Ieri, è stata diffusa la notizia dell’incontro della Commissione bilaterale di lavoro,
svoltasi mercoledì scorso a Gerusalemme, presso la sede del Ministero degli esteri
israeliano. Le due parti hanno deciso di incontrarsi nuovamente il 3 settembre prossimo.
Per un approfondimento delle questioni chiave oggetto del negoziato, Alessandro
Gisotti ha intervistato padre David Jaeger, esperto di rapporti Chiesa-Stato
in Israele:
R. -
Il fine dei negoziati, dal punto di vista della Chiesa cattolica, è quello di ottenere
la riconferma dei diritti già acquisiti dalla Chiesa in territorio israeliano al momento
della creazione del moderno Stato di Israele, nel 1948. Questi diritti riguardano,
quanto al presente Accordo in elaborazione, la sicurezza delle proprietà della Chiesa
cattolica, a cominciare naturalmente dai Luoghi Sacri. Ma riguarda anche la riconferma
delle esenzioni fiscali assicurate alla Chiesa al momento della creazione dello Stato,
in virtù di trattati ed istituzioni precedenti. Al tempo della creazione dei rapporti
diplomatici tra Santa Sede e Stato di Israele - nel 1994 - si era convenuto di firmare
anzitutto l’Accordo fondamentale del ’93 per poi procedere ad una serie di accordi
particolareggiati.
D. - Padre Jaeger, dopo un periodo
di difficoltà nei negoziati, ora gli incontri della Commissione bilaterale si svolgono
con regolarità. Si può parlare di un nuovo clima, di un clima costruttivo?
R.
- Per quanto ci è dato sapere, i negoziati non hanno di per sé delle grandi problematicità
intrinseche. L’Accordo - a mio avviso - è sicuramente fattibile. I problemi che ci
sono stati storicamente riguardavano soltanto il potersi incontrare: per lunghi periodi,
risultava difficile fissare perfino gli appuntamenti. Una volta fissati poi gli appuntamenti,
a scadenze più o meno ravvicinate, i negoziati sono sempre andati piuttosto bene.
Ma bisogna anzitutto, affinché i negoziati possano giungere a conclusione, concedere
il tempo necessario. Si tratta di materie estremamente complesse, che non possono
essere decise se non dopo molte ore e molti incontri di negoziato serrato.
D.
- Le parti si reincontreranno il 3 settembre prossimo. Questo Accordo, una volta siglato,
potrebbe aprire nuove possibilità?
R. - Qualora sia
raggiunto l’Accordo, la Commissione bilaterale permanente di lavoro potrà continuare
ad affrontare il resto del suo ordine del giorno, perché l’Accordo cosiddetto economico,
così come l’Accordo sulla personalità giuridica degli enti ecclesiastici rappresentano
soltanto i complementi necessari per l’integrità dell’Accordo fondamentale. Ma l’Accordo
fondamentale prevede negoziati ulteriori da affrontare subito dopo il raggiungimento
dell’Accordo cosiddetto economico.