Sui problemi del Venezuela, la Chiesa vuole solo illuminare le coscienze
“Vogliamo rispondere alle sfide che la realtà del nostro tempo pone alla Chiesa in
Venezuela seguendo gli orientamenti della V Conferenza generale degli episcopati latinoamericani
e caraibici”: si apre con queste parole il documento conclusivo dell’88.ma assemblea
plenaria della Conferenza episcopale venezuelana che invita credenti e non credenti
“a lavorare per modellare una società con i valori che danno dignità alla persona
umana”.
“Le nostre prese di posizione sui problemi sociali non sono un’ingerenza
indebita nella vita politica – scrivono i presuli – bensì l’adempimento di un nostro
obbligo per illuminare la vita personale e sociale dei nostri fedeli dalla prospettiva
del Vangelo e con criteri squisitamente pastorali”. Per i vescovi il Venezuela
sta vivendo i momenti più decisivi della sua storia, dopo l’annunciata riforma della
Costituzione. “Secondo quanto è trapelato nell’ambito dell’opinione pubblica sul contenuto
dei cambiamenti costituzionali e, soprattutto, sulla forma del loro processo di elaborazione,
che non accoglie sufficientemente lo spirito di partecipazione richiesto dalla Costituzione
stessa – si legge nel documento dell’episcopato – ci sono dubbi seri sulla natura
democratica di questa riforma costituzionale”.
A proposito della sicurezza
dei cittadini e sul deterioramento del tessuto sociale, i vescovi elencano numerosi
gravi problemi quali povertà, disoccupazione, mancanza di alloggi e di ospedali, servizi
pubblici deficitarii, bambini di strada, anziani senza attenzione. Il documento
ricorda inoltre la recente ondata di proteste contro la decisione governativa di non
rinnovare la licenza ad un canale radiotelevisivo, decisione sulla quale l’Episcopato
aveva già dichiarato apertamente la propria opinione contraria.
Quanto ai
giovani, i vescovi valorizzano come positivo il fatto che il movimento studentesco
di protesta e opposizione “abbia scelto la non-violenza attiva per manifestare i suoi
disaccordi contro le decisioni che attentano alle libertà”.
I presuli esprimono
poi “preoccupazione per il nuovo progetto di legge sull’educazione” (attualmente in
seconda lettura presso l'Assemblea Nazionale) e precisano che, nonostante alcuni punti
positivi in molte questioni importanti, ci “sono omissioni” rilevanti. Preoccupa in
particolare la pretesa di impartire un’educazione “con un unico e determinato orientamento
politico ed ideologico che finirebbe per colpire gravemente i diritti e i doveri degli
studenti, dei genitori e delle famiglie”.
Riguardo alla difesa della vita,
infine, per i vescovi “occorre un accordo nazionale” che tuteli la vita in tutte le
sue tappe, dal concepimento alla sua fine naturale, cosa che comporta “un’opposizione
ad ogni tipo di violenza e di impunità”. (L.B.-T.C.)