2007-07-11 14:02:05

Sui problemi del Venezuela, la Chiesa vuole solo illuminare le coscienze


“Vogliamo rispondere alle sfide che la realtà del nostro tempo pone alla Chiesa in Venezuela seguendo gli orientamenti della V Conferenza generale degli episcopati latinoamericani e caraibici”: si apre con queste parole il documento conclusivo dell’88.ma assemblea plenaria della Conferenza episcopale venezuelana che invita credenti e non credenti “a lavorare per modellare una società con i valori che danno dignità alla persona umana”.

“Le nostre prese di posizione sui problemi sociali non sono un’ingerenza indebita nella vita politica – scrivono i presuli – bensì l’adempimento di un nostro obbligo per illuminare la vita personale e sociale dei nostri fedeli dalla prospettiva del Vangelo e con criteri squisitamente pastorali”.
Per i vescovi il Venezuela sta vivendo i momenti più decisivi della sua storia, dopo l’annunciata riforma della Costituzione. “Secondo quanto è trapelato nell’ambito dell’opinione pubblica sul contenuto dei cambiamenti costituzionali e, soprattutto, sulla forma del loro processo di elaborazione, che non accoglie sufficientemente lo spirito di partecipazione richiesto dalla Costituzione stessa – si legge nel documento dell’episcopato – ci sono dubbi seri sulla natura democratica di questa riforma costituzionale”.

A proposito della sicurezza dei cittadini e sul deterioramento del tessuto sociale, i vescovi elencano numerosi gravi problemi quali povertà, disoccupazione, mancanza di alloggi e di ospedali, servizi pubblici deficitarii, bambini di strada, anziani senza attenzione.
Il documento ricorda inoltre la recente ondata di proteste contro la decisione governativa di non rinnovare la licenza ad un canale radiotelevisivo, decisione sulla quale l’Episcopato aveva già dichiarato apertamente la propria opinione contraria.

Quanto ai giovani, i vescovi valorizzano come positivo il fatto che il movimento studentesco di protesta e opposizione “abbia scelto la non-violenza attiva per manifestare i suoi disaccordi contro le decisioni che attentano alle libertà”.

I presuli esprimono poi “preoccupazione per il nuovo progetto di legge sull’educazione” (attualmente in seconda lettura presso l'Assemblea Nazionale) e precisano che, nonostante alcuni punti positivi in molte questioni importanti, ci “sono omissioni” rilevanti. Preoccupa in particolare la pretesa di impartire un’educazione “con un unico e determinato orientamento politico ed ideologico che finirebbe per colpire gravemente i diritti e i doveri degli studenti, dei genitori e delle famiglie”.

Riguardo alla difesa della vita, infine, per i vescovi “occorre un accordo nazionale” che tuteli la vita in tutte le sue tappe, dal concepimento alla sua fine naturale, cosa che comporta “un’opposizione ad ogni tipo di violenza e di impunità”. (L.B.-T.C.)







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