2007-07-06 15:02:03

Presentato in conferenza stampa il Bilancio della Santa Sede per il 2006. Il cardinale Sebastiani: conti in attivo e risultato soddisfacente


Presentazione stamani in Sala Stampa Vaticana del Bilancio consuntivo consolidato della Santa Sede per l’anno 2006, già anticipato nei giorni scorsi da una nota della Segreteria di Stato, dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei cardinali incaricati di studiare i problemi organizzativi ed economici della Santa Sede. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3


Conti in attivo per la Santa Sede sono state 227 milioni 815 mila euro le entrate e 225 milioni e 409 mila euro le uscite. Un risultato sicuramente soddisfacente, come ha sottolineato il cardinale Sergio Sebastiani presidente della Prefettura degli Affari economici, che ha presieduto la conferenza stampa:

 
"La buona notizia è che il bilancio consuntivo consolidato della Santa Sede per l’esercizio 2006 si è chiuso per il terzo anno consecutivo con un risultato positivo di 2 milioni e 400 mila euro, che rappresenta il valore meno elevato dopo quelli registrati lo scorso esercizio 2005, quando fu di 9,7 milioni di euro e nel 2004 che fu di 3,1 milioni di euro".

 
Per bilancio consuntivo consolidato - ha chiarito il porporato - si intendono i costi e i ricavi in questo caso di tutte le Amministrazioni pontificie, oltre alle 118 Sedi di rappresentanza pontificia sparse in tutto il mondo e le nove Sedi presso gli organismi internazionali.

 
La conferenza - introdotta dal direttore della sala stampa Federico Lombardi, presenti anche mons. Franco Croci segretario della Prefettura degli Affari economici ed il ragioniere generale Paolo Trombetta - è proseguita con l’esame delle varie voci del Bilancio.

 
Anzitutto le attività istituzionali, ovvero tutti i dicasteri e gli Uffici della Curia Romana, “organismi che assistono da vicino il Santo Padre nella missione di pastore universale a servizio delle Chiese locali, come anche a beneficio dell’umanità, come operatori di pace”, e che non producono - ha spiegato il cardinale Sebastiani - ricavi, e per questo sono soggetti alla prescrizione canonica 1271 che invita i vescovi a venire incontro liberamente alle attività della Santa Sede”. Ebbene, l’intera massa oblativa giunta da Conferenze episcopali, diocesi, istituti religiosi, fedeli ed enti vari è aumentata da 73,9 milioni di euro nel 2005 ad 86 milioni nel 2006. E le note più positive si devono proprio alle offerte libere del canone 1271, passate da 21,5 milioni di euro ad oltre 24 milioni, con un incremento di circa il 12 per cento. Saliti anche i costi di questo settore, passati da 121,3 milioni di euro nel 2005 a 126,2 milioni lo scorso anno, variazione dovuta a costi aggiuntivi per il personale. Aumentate anche le spese generali ed amministrative da 13,4 milioni di euro a 15,3 milioni e per il mantenimento di rappresentanze e nunziature da 19,6 milioni di euro a 20,6 milioni di euro.

 
Passando poi all’attività finanziaria l’incremento dei contributi ha permesso di assorbire il calo molto pronunciato dell’avanzo netto che è stato nel 2006 di 13,7 milioni di euro contro 43,3 milioni nel 2005. Ciò è - dovuto ha detto il cardinale Sebastiani, sollecitato dai giornalisti - al “principio della prudenza” che guida questo settore, per cui gran parte degli investimenti sono obbligazioni statali anziché azioni, che sono a maggior rischio.

 
Ed ancora il settore immobiliare ha ottenuto un netto di 32,3 milioni di euro superiore al 22,4 milioni dell’anno prima.

 
Quindi le istituzioni collegate con la Santa Sede, ovvero Radio Vaticana, Tipografia vaticana, Osservatore Romano, Centro televisivo vaticano e Libreria Editrice vaticana, che hanno registrato un saldo negativo di 12,8 milioni di euro, dovuto in massima parte ai disavanzi attribuiti alla nostra emittente, circa 23,8 milioni e a L’Osservatore Romano, 4,4 milioni. Attivi invece gli altri organismi.

 
Ultima voce costi e ricavi diversi anche questi in saldo positivo di 184 mila euro.

 
Infine una domanda dei giornalisti sull’aumento considerevole - che era stato anticipato dalla nota della Segreteria di Stato – dell’obolo di San Pietro di ben 101 milioni e 900 mila dollari. Obolo che comprende tutte le offerte in arrivo dalle Chiese locali, dagli Istituti religiosi, dalle Fondazioni e dai singoli fedeli Voce questa che non rientra nel bilancio della Santa Sede, ma in quello del Governatorato del città del Vaticano. Punto sul quale ha preso la parola padre Lombardi:

 
"E’ un fatto che quest’anno ci sono state delle offerte eccezionali, questo però è bene dirlo, perché non ci si aspetti che ogni anno ci siano. Puoi avere un anno in cui uno ti fa una grandissima offerta e questo fa salire molto l’entrata, ma se l’anno dopo quest’offerta eccezionale non c’è, tu non puoi contarci e non te ne puoi neanche stupire".

 
Ma quali sono i Paesi maggiori donatori? In testa restano gli Stati Uniti, nonostante gli scandali che hanno interessato in passato la Chiesa di questo grande Stato – come ha rilevato il cardinale Sebastiani – e poi a seguire Germania ed Italia.







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