Sostenere la famiglia nel progetto cristiano e chiedere ai laici coerenza di comportamenti
pubblici per contrastare i mali della secolarizzazione: cosi, il Papa ai vescovi della
Repubblica Dominicana
Di fronte alle sfide del mondo globalizzato, Benedetto XVI ha raccomandato stamani
ai vescovi della Repubblica Dominicana in visita ad Limina di annunciare il
Vangelo “in modo chiaro e preciso”, nei diversi ambiti della società, valorizzando
il ruolo della famiglia, dei sacerdoti e dei laici. Il servizio di Roberta Gisotti:
Si
è unito il Papa alle “preoccupazioni” dei presuli dominicani, che pure testimoniando
una Chiesa “viva, dinamica, partecipativa”, hanno lamentato “i sintomi di un processo
di secolarizzazione”, dove “per molti, Dio non rappresenta l’origine e la meta, né
il sentimento ultimo della vita”. Ciò nonostante il popolo dominicano mantiene nel
fondo “un’anima profondamente cristiana”, ha sottolineato Benedetto XVI, da cui ripartire
per raggiungere l’obiettivo primario di annunciare la verità su Cristo e sull’uomo
ad ogni creatura, sostenendo anzitutto le famiglie, “Chiesa domestica”, perché “non
restino sole davanti le grandi sfide che debbono affrontare”, ma che siano tutelate
e animate dalla comunità ecclesiale nel loro progetto cristiano di vita cosi spesso
soggetto ad attacchi e pericoli. Il Papa ha citato in particolare “il dramma del divorzio
e le pressioni per legalizzare l’aborto, cosi come la diffusione delle unioni in disaccordo
con il disegno del Creatore sul matrimonio”.
“La
famiglia ha diritto a tutto l’appoggio dello Stato per realizzare pienamente la sua
missione”. Ha chiesto, quindi, il Santo Padre la collaborazione delle istituzioni
pubbliche “per proteggere la stabilità della famiglia e favorire il suo progresso
spirituale e materiale, che ritornerà per una migliore formazione dei figli”.
Da
qui l’importante ruolo dei laici, cui spetta il compito di “promuovere i valori umani
e cristiani per illumnare la realtà politica, economica e culturale del Paese, al
fine di instaurare un ordine sociale più giusto ed equo, secondo la Dottrina sociale
della Chiesa”. “In coerenza con le norme etiche e morali” – ha raccomandato il Papa
- i laici “devono dare buon esempio di onestà e trasparenza nella gestione delle loro
attività pubbliche” a fronte della diffusa piaga della corruzione, che ha investito
anche il potere politico ed economico e gli altri ambiti sociali del Paese caraibico.
Rifuggire quindi dall’avere “due vite parallele: da una parte, la cosiddetta vita
spirituale, con i suoi valori ed esigenze; e dall’altra, la cosiddetta vita secolare,
cioè, la vita della famiglia, del lavoro, delle relazioni sociali, del compromesso
politico e della cultura” Al contrario – ha richiamato il Papa – i laici “devono sforzarsi
perché la coerenza tra la loro vita e la loro fede sia un'eloquente testimonianza
della verità del messaggio cristiano”. Speciale rilievo i laici debbono, inoltre,
avere nei mezzi di comunicazione sociale per evangelizzare la cultura che pervade
una Nazione.
Un ultima raccomandazione per i vescovi
dominicani di assistere da vicino i loro sacerdoti in tutte le loro necessità personali
e pastorali e di curare le vocazioni attraverso una formazione integrale, e valutando
attentamente “l’idoneità umana e cristiana dei seminaristi”.