Chi testimonia la verità, alla sequela di Cristo, non sarà mai schiavo di nessun
potere: così, il Papa all’Angelus. Appello di Benedetto XVI per la pace in Colombia
e la liberazione di tutti i sequestrati
Chi appartiene alla verità sarà sempre libero e capace di mettersi al servizio dei
fratelli: è quanto affermato dal Papa all’Angelus, in Piazza San Pietro. Benedetto
XVI ha sottolineato che Gesù ci mostra come, nell’obbedienza al Padre, la libertà
si riempie di contenuto, perché trae senso dall’amore. Dopo l’Angelus, il Santo Padre
ha lanciato un appello per la pace in Colombia, dopo la barbara uccisione di 11 deputati
regionali. Il servizio di Alessandro Gisotti:
La verità
radicata nell’amore di Cristo ci rende liberi e capaci di amare il prossimo. All’Angelus,
Benedetto XVI si è soffermato sul tema “affascinante” della libertà e sequela di Cristo.
L’evangelista Luca, ha ricordato, narra che Gesù si diresse “decisamente” verso Gerusalemme
pur sapendo che lì lo avrebbe atteso la morte di croce. E’ proprio in questa “obbedienza
al Padre – ha rilevato - che Gesù realizza la propria libertà come consapevole scelta
motivata dall’amore”. Dunque, Gesù vive la sua libertà non come arbitrio o dominio,
ma come servizio:
“In questo modo ha “riempito” di contenuto la libertà,
che altrimenti rimarrebbe “vuota” possibilità di fare o di non fare qualcosa. Come
la vita stessa dell’uomo, la libertà trae senso dall’amore. Chi infatti è più libero?
Chi si riserva tutte le possibilità per paura di perderle, oppure chi si spende “decisamente”
nel servizio e così si ritrova pieno di vita per l’amore che ha donato e ricevuto?” La
libertà non divenga, perciò, pretesto per vivere secondo la carne, perché ciò “significa
seguire la tendenza egoistica della natura umana”. Il Papa esorta i fedeli a vivere,
invece, secondo lo Spirito lasciandosi “guidare nelle intenzioni e nelle opere dall’amore
di Dio, che Cristo ci ha donato”:
“La libertà
cristiana è dunque tutt’altro che arbitrarietà; è sequela di Cristo nel dono di sé
sino al sacrificio della Croce. Può sembrare un paradosso, ma il culmine della sua
libertà il Signore l’ha vissuto sulla croce, come vertice dell’amore”.
“Quando
sul Calvario gli gridavano: Se sei il Figlio di Dio, scendi dalla Croce”, ha sottolineato
il Papa, Gesù “dimostrò la sua libertà di Figlio proprio rimanendo su quel patibolo
per compiere fino in fondo la volontà misericordiosa del Padre”. Un’esperienza, ha
proseguito, “condivisa da tanti altri testimoni della verità”:
Uomini
e donne che hanno dimostrato di rimanere liberi anche in una cella di prigione e sotto
le minacce della tortura. “La verità vi farà liberi”. Chi appartiene alla verità,
non sarà mai schiavo di nessun potere, ma saprà sempre liberamente farsi servo dei
fratelli. Ha così invocato Maria,
affinché con la sua materna premura ci aiuti a seguire Gesù, “per conoscere la verità
e vivere la libertà nell’amore”. Dopo l’Angelus, il Papa ha lanciato un vibrante appello
per la pace in Colombia, a seguito della triste notizia del barbaro assassinio di
11 deputati regionali del Dipartimento del Valle del Cauca, che per più di 5 anni
erano rimasti nelle mani delle FARC, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia:
Mi
unisco al profondo dolore dei familiari e dell’amata Nazione colombiana, ancora una
volta funestata dall’odio fratricida. Rinnovo il mio accorato appello affinché cessi
immediatamente ogni sequestro e vengano restituiti all’affetto dei loro cari quanti
sono tuttora vittime di tali inammissibili forme di violenza.
Al
momento dei saluti, il Papa ha rivolto un pensiero particolare agli Scout che hanno
portato a Roma la “Fiamma dello Spirito” in vista del grande raduno mondiale che si
svolgerà in agosto nel Regno Unito, in occasione del centenario di fondazione dello
scoutismo.