2007-06-30 12:40:54

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della XIII Domenica del Tempo ordinario


In questa XIII Domenica del tempo Ordinario la Liturgia ci presenta il brano del Vangelo nel quale, mentre si incammina verso Gerusalemme per la sua ultima Pasqua, Gesù rivolge ad alcune persone che lo incrociano per la via l'invito a seguirlo, ottenendo però risposte esitanti:

A un altro disse: “Séguimi”. E costui rispose: “Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre”. Gesù replicò: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio”. Un altro disse: “Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa”. Ma Gesù gli rispose: “Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio”.

Sul significato di questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di cristologia alla Pontificia Università Lateranense:RealAudioMP3


Gesù cammina e passa, e nel passare incontra e chiama. Già Sant'Agostino esprimeva il timore del Signore che passa; il suo passare, infatti, è un istante che mette alla prova l’intera vita di coloro che lo incontrano. Nel momento stesso in cui Egli passa, nel momento stesso in cui Egli chiama, tutta la libertà dell’uomo è chiamata in questione. Quante volte il Signore è passato, quante volte è risuonato l’invito decisivo: "Seguimi!". Tutto per noi si gioca in quel frangente che si crea tra il risuonare del Suo invio e il movimento del nostro spirito. E’ in quell’istante che qualcosa o qualcuno, normalmente, si frappone tra Lui e noi, tra Lui e me. Ma l’appello di Cristo non ammette frapposizioni: Egli è venuto a ricreare la piena comunione tra il Creatore e la sua Creatura. Scriveva San Tommaso che non c’è nulla che stia in mezzo tra la nostra libertà e la Sua chiamata.







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