Nucleare: gli ispettori dell'AIEA in Corea del Nord
Una missione con lo scopo di accertare il processo di disarmo nucleare della Corea
del Nord. E’ quella intrapresa dagli ispettori dell’Agenzia Internazionale per l’Energia
Atomica (AIEA), giunti nella centrale di Yongbyon, 130 km dalla capitale Pyongyang.
In questo impianto, nell’ottobre scorso, venne prodotto il materiale fissile per il
primo esperimento atomico. Proprio la chiusura delle attività della centrale è una
delle condizioni poste durante i colloqui a sei sul nucleare, svoltisi a Pechino in
febbraio. La visita arriva all’indomani del lancio di un missile a corta gittata verso
il Giappone che ha provocato l’irritazione della Casa Bianca. Ma quali conseguenze
potrà avere nell’area il disarmo della Corea del Nord? Benedetta Capelli lo ha chiesto
a Fabrizio Battistelli, direttore di Archivio disarmo:
R. - Sicuramente
si tratta di una storia a lieto fine, nel senso che la Corea del Nord ha confermato
quella che era un po’ l’interpretazione degli osservatori più attenti, cioè che il
programma nucleare fosse soprattutto un’arma politica, utilizzata dal regime nord
coreano per ottenere un minimo di legittimazione internazionale e soprattutto aiuti
economici.
D. - Stamani l’invio degli ispettori dell’AIEA, una visita che arriva
dopo il lancio di missili a corta gittata...
R. - E’ una tattica negoziale
nord-coreana, quella di alternare aperture però contemporaneamente mostrare una sorta
di indipendenza e capacità tecnologica che tenga sempre alto il prezzo dell’accordo.
D.
- E sugli accordi di Pechino pesa la posizione del Giappone sempre critico nei confronti
della Corea del Nord...
R. - Quello del Giappone è un altro problema perché
un governo conservatore, come quello di Tokyo oggi, che volesse allargare addirittura
l’area dei Paesi nucleari, metterebbe a rischio l’intera area. Tutti sappiamo quanto
sia sottile la soglia che separa lo sviluppo della tecnologia nucleare per uso civile
da quella per uso militare.
D. - Se la Corea del Nord dunque si avvia verso
il disarmo, l’Iran prosegue invece sulla sua strada di arricchimento dell’uranio...
R.
- Quello è veramente il nodo più delicato e più pericoloso oggi sulla scena internazionale.
Arricchendo l’uranio, l’Iran realizza quello che ufficialmente è un diritto. Ciò che
invece preoccupa è, ancora una volta, che dietro ci sia in realtà il proposito di
dotarsi di una tecnologia rapidamente convertibile nel nucleare militare.