2007-06-28 15:23:44

Intervista con il cardinale honduregno Rodríguez Maradiaga


Nella sede della Pontificia Università Salesiana si è svolto ieri un incontro per commemorare il cardinale cileno Raúl Silva Henríquez, in occasione del centenario della sua nascita. Instancabile difensore dei diritti umani, il porporato è stato il secondo presidente della Caritas Internationalis. Tra gli altri, hanno partecipato all'evento il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e il cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucicalpa, in Honduras, e neo presidente della Caritas Internationalis. Nell'occasione il porporato honduregno ci ha rilasciato un'intervista. Luis Badilla gli ha chiesto innanzitutto di parlarci del suo nuovo incarico come guida dell’organizzazione umanitaria cattolica: RealAudioMP3

R. - Caritas internationalis es la manera de sucitar la partecipación...
Caritas Internationalis è il modo di suscitare nel cristiano il senso e l’urgenza della partecipazione alla carità; parlo della carità che si esercita, che si mette in pratica. Benedetto XVI nella sua prima Enciclica ci ricorda: la carità è il centro della vita cristiana, poiché Dio è amore e l’amore non è passivo. L’amore è attivo e, al tempo stesso, è capace di attivarsi attraverso la pastorale sociale, attraverso la carità che diventa azione. Sono consapevole che la missione è grande e sono ugualmente consapevole che la Caritas Internationalis continuerà a svolgere la sua grande missione. Non parlo solo di ciò che molti pensano, quando sentono parlare della Caritas in occasione di drammi e tragedie. Penso anche al lavoro permanente, al lavoro ordinario della Caritas: l’educazione del cristiano alla condivisione, all’uso evangelico dei beni.

D. - Il motto episcopale del cardinale Silva Henríquez era il monito di Paolo: “L’amore di Cristo ci spinge”. Si tratta di una felice coincidenza?

R. - Sì, efectivamente. Ese mismo lema lo llevo yo en el corazòn …
Si è proprio così; anche io porto nel mio cuore questo motto. Penso che l’amore di Cristo non ci può lasciare indifferenti, passivi. Torno all’Enciclica del Papa che ci insegna e ci ricorda: “Abbiamo creduto all'amore di Dio e così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita”. Il Santo Padre poi sottolinea: “La Chiesa è la famiglia di Dio nel mondo. In questa famiglia non deve esserci nessuno che soffre per mancanza del necessario”. La Caritas è uno strumento della Chiesa per rendere tangibile, possibilmente in un modo tempestivo e senza frontiere, questo amore di Cristo senza il quale non c’è vita. E cito ancora Benedetto XVI: “L'amore — caritas — sarà sempre necessario, anche nella società più giusta. Non c'è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell'amore. Chi vuole sbarazzarsi dell'amore si prepara a sbarazzarsi dell'uomo in quanto uomo”.

D. - Dopo la chiusura della Conferenza dell'Episcopato lainoamericano e caraibico ad Aparecida, siamo in attesa della pubblicazione del documento finale. Quale sintesi ci può offrire su questo evento al quale ha partecipato?

R. - Mi sintesis final es que, verdaderamente, tratando de ser…
La mia sintesi finale, se veramente vogliamo essere discepoli e missionari di Gesù Cristo, è che possiamo dare nuova vita al nostro continente in Cristo, con Cristo e per Cristo. Sono stati giorni di grande comunione e di ricerca, giorni sereni. Avevamo davanti ai nostri occhi il discorso introduttivo di Benedetto XVI che ci dava la luce e gli orientamenti necessari. Ci siamo lasciati guidare dallo Spirito, lavorando in comunione, uniti nella preghiera. Abbiamo discusso su tutto aiutati da una eccellente preparazione. Abbiamo lavorato seriamente, poiché sapevamo che la qualità, la ricchezza e la completezza del Documento finale dipendevano dal nostro sforzo e dal nostro discernimento. Il Papa ci aveva indicato la strada e noi l’abbiamo percorsa con fede e con speranza, con lo sguardo del pastore, per portare il gregge verso la vita.







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