Domani l'imposizione del pallio ai metropoliti: intervista con l'arcivescovo Piero
Marini
Domani nella solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Papa Benedetto XVI presiede
la concelebrazione eucaristica nella Basilica vaticana con 46 arcivescovi metropoliti
ai quali imporrà il sacro pallio presso la confessione dell’apostolo Pietro. Con noi,
a parlarcene, l’arcivescovo Piero Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontefice:
D.
- Eccellenza, in questa solennità, il Papa impone il pallio ad alcuni arcivescovi
metropoliti. Ma che cos’è esattamente questa cerimonia?
R. – Si tratta innanzitutto
della concelebrazione dell’Eucaristia di questi 46 metropoliti e nella celebrazione
dell’Eucaristia abbiamo questo rito tradizionale della liturgia papale della consegna
del pallio. Il pallio, che è una sciarpa, una specie di sciarpa bianca che viene imposto
ad ogni metropolita ed è un’insegna antica, soprattutto in Occidente, era caratteristica
del Papa di Roma. Già sappiamo che nel quarto secolo – abbiamo alcune notizie - il
Papa usava questo pallio. Probabilmente era un’insegna imperiale di dignità che venne
consegnata, venne passata ai vescovi. Il pallio poi venne dato da Roma ai metropoliti,
soprattutto al tempo di Gregorio VII, subito dopo l’anno Mille, quando c’era la necessità
di controllare l’elezione dei vescovi. Da quel periodo i metropoliti venivano a Roma
a ricevere il pallio. Successivamente, il pallio venne concesso anche a quelli che
non erano metropoliti come un’insegna di onore. E ultimamente, parlo della fine degli
anni ’70, c’è stata la riforma del pallio voluta da Paolo VI, per cui il pallio oggi
viene concesso solo ai metropoliti e viene concesso in grande maggioranza il 29 giugno,
nella solennità dei Santi apostoli Pietro e Paolo, proprio per sottolineare il legame
di chi porta il pallio con la sede apostolica.
D. – Qualcosa ancora sulla simbologia
del pallio ai nostri giorni…
R. – La simbologia del pallio è andata arricchendosi
lungo i secoli. All’inizio, il pallio aveva una simbologia soprattutto ecclesiale,
cioè in tutto il primo millennio il pallio indicava la pecorella che si era smarrita,
quindi, di conseguenza, stava a significare il pastore che portava la pecore sulla
spalla sinistra. E’ il pallio che è stato ripreso anche adesso da Papa Benedetto.
E’ il pallio che noi troviamo in tutta l’iconografia, in tutti i mosaici del primo
millennio. Successivamente, dopo il primo millennio, il pallio ha cambiato forma;
non si è più capito che era il simbolo della pecorella smarrita, soprattutto, ma è
stato messo ad ipsilon sulla persona che lo portava e ha assunto un altro significato.
Le croci hanno assunto il significato delle piaghe del Signore, le croci rosse. Gli
spilloni, hanno assunto il significato dei tre chiodi della crocifissione. E quindi
il pallio ha avuto soprattutto un significato cristologico, del Cristo Buon Pastore.
Oggi noi abbiamo questi due elementi insieme. Il pallio è fatto di lana e sta a significare
la pecora che si è smarrita, porta gli spilloni ed ha queste croci a significare che
il Buon Pastore dà la vita per le sue pecore.