Domani la conclusione in Polonia del Congresso mondiale dell'apostolato del Mare
Prosegue a Gdynia, in Polonia, il XXII Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare,
organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.
Domani le conclusioni. Il servizio di Pierluigi Natalia:
Duecento
milioni di persone per vivere dipendono dalla pesca. Quaranta milioni di pescatori
e le loro famiglie, in massima parte di Paesi nel Sud del mondo, affidano al lavoro
in mare, nei laghi e nei fiumi, una sopravvivenza spesso stentata. La presenza tra
loro costituisce una parte rilevante dell'Apostolato del Mare. E sui pescatori e sulle
loro famiglie, sui loro bisogni, sulle loro speranze, sui lori diritti, si è concentrata
la sessione congressuale di oggi, dopo che già nei giorni scorsi tali argomenti erano
stati sollevati in diversi interventi, a partire dalle le relazioni tenute dal cardinale
Renato Raffaele Martino e dall'Arcivescovo Agostino Marchetto, Presidente e Segretario
del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Di regole
rispettose dei diritti dell'uomo nel mondo della pesca c'è certamente bisogno. Le
condizioni a bordo dei pescherecci rasentano spesso livelli disumani e sono ancora
diffusi lo sfruttamento e i maltrattamenti, per non parlare dei continui soprusi inflitti
ad intere comunità di pescatori costretti alle migrazioni irregolari. In merito, l'Apostolato
del Mare ha salutato con favore la recente approvazione della Convenzione internazionale
sulla pesca che intende dare opportunità di lavoro decente e produttivo, in condizioni
di libertà, di equità e di sicurezza, cioè in sintesi di rispetto della dignità umana.
Ieri pomeriggio, il Congresso aveva tenuto solo un sessione di gruppi di lavoro, per
consentire ai partecipanti una visita a Danzica. Giungendovi da Gdynia, la strada
costeggia quei cantieri navali che tanta parte hanno avuto nella storia europea.
Davanti oggi vi sorge il monumento alle vittime della repressione degli scioperi operai.
Sono tre altissime croci d’acciaio sulle quali sono poste tre ancore, lo stesso simbolo
che campeggia nello stemma dell’Apostolato del Mare. All’arrivo, i congressisti hanno
trovato ad accoglierli il Premio Nobel per la pace ed ex presidente polacco, Lech
Walesa, che di quella stagione fu protagonista. Il cardinale Martino e l’arcivescovo
Marchetto gli hanno offerto in dono proprio quello stemma, con l’ancora simbolo della
speranza cristiana. (Da Gdynia, per la Radio Vaticana, Pierluigi Natalia)