2007-06-27 14:43:40

Il cardinale Piovanelli ricorda don Milani: ci ha insegnato la radicalità della fede


"Un diamante trasparente e duro... che doveva ferirsi e ferire", ma solo "per amore di Dio, dei poveri e della Chiesa". Con queste parole il cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze, ha ricordato ieri mattina, nella chiesa di Barbiana, don Lorenzo Milani. Alla Santa Messa, celebrata 40 anni dopo la morte del sacerdote, hanno partecipato oltre 200 persone. Il cardinale ha sottolineato l'attaccamento di don Milani alla Chiesa e, in particolare, al sacramento della Confessione. Per un ricordo del sacerdote ascoltiamo, al microfono di Fabio Colagrande, l'arcivescovo emerito di Firenze, cardinale Silvano Piovanelli, compagno di seminario e amico di don Milani:RealAudioMP3

 
R. – Come compagno di seminario devo riconoscere che ci ha subito colpito. Don Milani è arrivato con la temperie del convertito; si è interamente dato a questa strada che cominciava all’improvviso. Tutti sappiamo come sia avvenuta la sua conversione. Era alla ricerca e si confrontava con il confessore, che poi era confessore di tanti di noi, don Raffaele Benzi; questi l’ha portato con sé quando è andato a far visita alla salma di un giovane prete, suo amico. Don Benzi era afflitto per la perdita di questo giovane prete e quando sono usciti dalla stanza, don Milani ha detto: “Io prendo il suo posto”. Di punto in bianco è passato dalla ricerca di Dio ad intraprendere la strada per diventare suo ministro. Ci ha colpito in modo particolare per la sua sete di povertà, provenendo lui da un ambiente molto ricco.

 
D. – Ecco, un sacerdote senza mezze misure si è detto...

 
R. – Senza mezze misure. C’è un episodio piccolo, piccolo che può in qualche maniera dirci qualcosa sulla sua decisione di vivere così. Si trovava una volta in una strada del rione di San Frediano, dove è il nostro seminario, e stava mangiando un po’ di pane bianco. A quel tempo, il pane che noi tutti mangiavamo era un pane nero. Il pane bianco lo mangiavano i ricchi. Una donna da una finestra gli ha detto: “Si ricordi che non si mangia il pane dei ricchi nel rione dei poveri”. E lui, in tutta la sua vita, è stato vicino ai poveri, vestendosi della loro veste ed entrando nella loro situazione.

 
D. – Quale, in poche parole, l’eredità che ci ha lasciato questa figura...

 
R. – Il messaggio da cogliere è questo: il Vangelo richiede coerenza. I cristiani sono chiamati a dare testimonianza coerente del Vangelo in questo mondo. E’ solo così che essi appariranno diversi dalla cultura nella quale noi viviamo.







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