2007-06-27 14:06:15

Il cardinale Bertone apre il Triduo Petro-Paolino: il magistero del Papa sia un punto di riferimento meditato e seguito


Ieri pomeriggio il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone ha aperto il Triduo Petro-Paolino nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura. Nella sua omelia, il porporato, che ha presieduto i Vespri e la Messa, ha invitato i fedeli a camminare uniti alla luce degli insegnamenti del Papa. Di fronte alle sfide e alle difficoltà di oggi, ha detto, la comunità cristiana è chiamata a stringersi attorno al Santo Padre. Il servizio di Tiziana Campisi: RealAudioMP3

“Amare Cristo, la passione che consumò l’esistenza di Pietro e di Paolo”, “deve diventare anche la nostra quotidiana ricerca”, solo aprendosi all’amore di Gesù, ha spiegato nella sua omelia il cardinale Tarcisio Bertone, è possibile “diventare annunciatori convinti e convincenti della Parola che salva, testimoni credibili e gioiosi del suo Vangelo di speranza e di pace”. Nel primo giorno del triduo che precede la solennità dei Santi Pietro e Paolo, il porporato ha sottolineato che questa festa – una delle più antiche dell’anno liturgico, inserita nel Calendario già nel IV secolo – ci invita a rinnovare il nostro amore per il Papa, perché si traduca nell’ascolto docile del suo magistero, ci spinga “a sostenerne in maniera fattiva il ministero secondo i nostri diversi ruoli e responsabilità”, “ci renda responsabili costruttori d’una Chiesa unita e fedele” ed ancora ci induca “a vivere con piena fedeltà la nostra vocazione cristiana”. Il cardinale Bertone ha ricordato anche le differenti personalità di Pietro e di Paolo: umile e forte il primo, entusiasta e zelante il secondo. “Con le loro diverse ricchezze, con il loro personale carisma”, ha affermato il cardinale segretario di Stato, “hanno contribuito ad edificare un’unica Chiesa”, e “la tradizione cristiana”, accomunandone il ricordo, ha come voluto “comporre in unità la loro testimonianza”. Una testimonianza scaturita anzitutto dalla loro sincera amicizia verso Cristo, che li ha spinti a dare persino la vita per Lui. Ed è questo che Dio “attende anche da noi” ha proseguito il cardinale Bertone: “essere suoi amici, amarlo sopra ogni cosa e nulla mai anteporre al suo amore”. Un amore che converte l’uomo ridandogli dignità ed autorità, che trasforma l’esistenza e rende capaci di cogliere e realizzare la propria vocazione. E il porporato ha esortato in particolare quanti vivono nella capitale a prendere spunto dalla festa dei Santi Pietro e Paolo per maturare la consapevolezza della speciale missione che la Chiesa di Roma è chiamata a svolgere. Avere come Pastore il Papa, il successore di Pietro, per Roma è una grande grazia e responsabilità, ha concluso il cardinale Bertone, abbiamo “la certezza e la sicurezza che il Vangelo nel quale crediamo e su cui scommettiamo ogni giorno, pur con le nostre fragilità e incoerenze, è lo stesso Vangelo proclamato dagli Apostoli”, quello di Cristo. “E questa certezza di ortodossia la dobbiamo a Pietro e ai suoi successori”. “Chiediamo al Signore – ha detto il porporato – che ci renda attenti a quanto il Papa insegna, preghiamo perché il suo magistero sia sempre per l’intera Chiesa un punto di riferimento cercato, desiderato, meditato attentamente e, con la grazia di Dio, seguito”.







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