Benedetto XVI ha visitato la Biblioteca e l'Archivio Segreto vaticani: case di scienza
e di cultura aperte a tutti, lontane da polemiche e partigianerie
Importante e suggestiva visita di Benedetto XVI, che questa mattina si è recato presso
la Biblioteca Apostolica e l’Archivio Segreto vaticani. Ad accogliere il Papa sono
stati, fra gli altri, il cardinale Jean-Louis Tauran, archivista e bibliotecario di
Santa Romana Chiesa, e il prefetto della Biblioteca Apostolica, mons. Raffaele Farina,
per i quali proprio oggi sono stati resi noti gli incarichi ai quali Benedetto XVI
li ha destinati dal primo settembre prossimo: il cardinale Tauran è stato nominato
presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, mentre il ruolo
di nuovo archivista e bibliotecario sarà assunto da mons. Farina. A succedere a quest’ultimo
a capo della Biblioteca Apostolica sarà il viceprefetto della Biblioteca Ambrosiana,
mons. cesare Pasini. La cronaca della visita nel servizio di Alessandro De Carolis.
La Biblioteca Apostolica una “casa di scienza, di cultura, di umanità”. L’Archivio
Segreto uno “scrigno” per “ricerche erudite” sulla storia antica e contemporanea,
aperto senza preclusioni agli studiosi ma “lontano” dalle sterili polemiche innescate
da letture partigiane della storia. Così, in sintesi, Benedetto XVI ha definito e
riconosciuto il lavoro e più ancora, secondo le parole del Pontefice, “il singolare
servizio” che entrambi le istituzioni rendono da secoli alla Chiesa e al Papa.
“Vostro
compito, cari amici che quotidianamente qui operate - ha detto il Papa ai membri della
Biblioteca Apostolica, che custodisce un milione 600 mila stampati, 8300 incunaboli
e 75 mila manoscritti alcuni dei quali antichissimi e inestimabili - è di custodire
la sintesi tra cultura e fede che traspira dai preziosi documenti e dai tesori che
custodite, dalle mura che vi circondano, dai Musei che vi sono vicini e dalla splendida
Basilica che appare luminosa alle vostre finestre”. Mentre, ricordano la “lungimiranza
di Leone XIII che nel 1881 aprì l’Archivio Segreto Vaticano alla consultazione degli
storici, Benedetto XVI ha obiettato che “ricerche, studi e pubblicazioni possono a
volte far nascere, accanto ad un interesse precipuamente storico, anche talune polemiche.
A questo riguardo – ha proseguito - non posso che lodare l'atteggiamento
di servizio disinteressato ed equanime che l’Archivio Segreto Vaticano ha reso, tenendosi
lontano da sterili e spesso anche deboli visioni storiche di parte ed offrendo ai
ricercatori, senza preclusioni o preconcetti, il materiale documentario in suo possesso,
ordinato con serietà e competenza”.
Benedetto XVI ha tra l’altro confessato
di aver sperato, al compimento del 70° anno di età, che Giovanni Paolo II gli consentisse
di dedicarsi allo studio di quei “veri capolavori” custoditi nella Biblioteca e nell’Archivio
e che “ci aiutano – ha detto - a ripercorrere la storia dell’umanità e del Cristianesimo”.
Invece, ha concluso, “nei suoi disegni provvidenziali il Signore ha stabilito altri
programmi per la mia persona ed eccomi oggi tra voi non come appassionato studioso
di antichi testi, ma come Pastore chiamato a incoraggiare tutti i fedeli a cooperare
alla salvezza del mondo, compiendo ciascuno la volontà di Dio là dove Egli ci pone
a lavorare”.