Aperta a Parigi la Conferenza internazionale sul Darfur
Si è aperta oggi a Parigi la Conferenza internazionale sul Darfur, la martoriata regione
del Sudan dilaniata da una guerra civile che in quattro anni ha provocato oltre 200
mila morti e milioni di sfollati. All’incontro, prendono parte una dozzina di Paesi
tra cui i membri del G8 e la Cina. Diserteranno invece l’Unione Africana e il governo
sudanese, che ha definito “non opportuno” il summit. Il servizio di Tiziana Campisi:
Offrire sostegno
alla forza ibrida Unione Africana-ONU, trovare un accordo politico tra Khartoum e
i diversi movimenti ribelli del Darfur, studiare un piano di ricostruzione delle zone
colpite dalla crisi: su queste emergenze della martoriata regione del Sudan stanno
discutendo a Parigi diversi esponenti della politica internazionale. Ieri il segretario
di stato americano, Condoleezza Rice, ha rivolto un appello al Sudan perché “accetti
l’aiuto internazionale”. “Ho già detto al governo di Khartoum - ha dichiarato la Rice
- che o è incapace o non vuole dare sicurezza a queste popolazioni”. Il ministro degli
Esteri francese, Bernard Kouchner, fondatore di Medici senza Frontiere, che ha posto
la questione del Darfur tra i primi impegni della sua agenda, ha sottolineato invece
la necessità di “sostenere economicamente gli sforzi dell’ONU”, perché possano essere
pagati i 20 mila soldati che andranno nella regione sudanese. I 7 mila caschi verdi
dell’AMIS, la missione africana in Sudan, “che già sono là non fanno niente perchè
non ricevono il salario da gennaio”, ha ricordato Kouchner. La forza Unione Africana-ONU
dovrà sostituirli o affiancarli. Alla conferenza internazionale stanno prendendo parte
anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, l'alto rappresentante
dell’Unione Europea per la politica estera, Javier Solana, il segretario generale
della Lega Araba, Amr Moussa, il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier,
e il ministro degli Esteri italiano, Massimo D’Alema. Il rifiuto da parte del Sudan
a prendere parte all’incontro è stato motivato dal presidente Omar Bashir dalla mancata
consultazione di Karthoum durante i lavori di preparazione. Tra le emergenze, anche
quella degli aiuti umanitari alle popolazioni che soffrono le conseguenze della guerra.
La proposta francese è quella di creare un corridoio attraverso il Ciad.