L'Ordine di Malta ha realizzato la prima scuola superiore femminile nel sud Sudan,
con la collaborazione della diocesi di Rumbek
Appartiene all'Associazione dei Cavalieri italiani del Sovrano Militare Ordine di
Malta la realizzazione, quasi ultimata, della prima scuola femminile a Rumbek, nel
sud Sudan, che per anni è stata una delle regioni più tormentate del pianeta. L'iniziativa
è stata promossa anche dalla diocesi di Rumbek, guidata dal vescovo Cesare Mazzolari.
Oltre che con il presule, Fabio Colagrande ha parlato di questo progetto con
il responsabile, il cavaliere dell'Ordine di Malta, Gian Antioco Chiàvari:
R. -
Questo progetto fa parte di un progetto più grande, che nel luglio 2005 lo Stato italiano
ha deciso di portare avanti proprio per aiutare un Paese che ha vissuto 50 anni –
i peggiori sono stati gli ultimi 25 anni – di un conflitto etnico, religioso devastante,
che ha causato 2 milioni di morti, 4 milioni di profughi e che ha visto morire 120
mila bambini-soldato, armati alla bene e meglio e che ovviamente erano solo in grado
di morire. In questa realtà, a gennaio del 2005, per fortuna, è stata firmata una
pace, che regge e regge bene e che permette la ricostruzione di questo Paese così
sfortunato. Una pace che ha permesso di dare una speranza a questo popolo, soprattutto
di vedere delle strutture che permetteranno loro di avere un futuro migliore. Nell’ambito
di questo progetto, ci sono un ospedale, una scuola-infermieri, un ponte, che è stato
già costruito, proprio per collegare due fiumi che non permettevano il collegamento
tra oltre 400 mila persone. In questo progetto c’era anche una scuola, la prima scuola
femminile superiore, retta dalle Suore di Loreto. E siamo ormai al 60 per cento della
costruzione della scuola. Le donne in sud Sudan per meno del 3 per cento sanno leggere
e scrivere: ora è il momento di aiutarle.
Questo
progetto per la costruzione della prima scuola secondaria femminile nel Sud Sudan
è stato promosso - come detto - in collaborazione col vescovo di Rumbek, Cesare Mazzolari.
L’abbiamo raggiunto telefonicamente a Nairobi per farci spiegare, perché è così urgente
ultimare la costruzione di questo istituto ...
R.
- Perché alle donne è stata negata per anni nella loro cultura l’educazione. Hanno
l’intelligenza, la capacità di essere libere nella loro società, ma non hanno ricevuto
l’educazione. Da questa scuola, verranno fuori ragazze preparate che potranno portare
un servizio molto necessario alla società del Sudan. E’ urgente che le abilitiamo
ad avere questa educazione e a diventare leader nel loro Paese in maniera più completa.
D.
- Mons. Mazzolari, a poco più di due anni dalla firma della pace, qual è la situazione
nel sud Sudan?
R. - Direi che è definitivamente migliorata.
E’ una pace ancora piuttosto fragile, ma c’è un progresso lento, un poco ritardato,
dovuto alla grande povertà del Paese. Non è una povertà di risorse, ma la povertà
di gente che sia preparata. E’ mancata l’educazione, quindi le risorse umane sono
molto limitate. Adagio, adagio ci stiamo incamminando. Non ci sono più bombardamenti.
Il disarmo della gente va avanti bene. Quindi, c’è molta più sicurezza tra la gente.