2007-06-23 14:56:34

La società civile contro la Giornata dell'orgoglio pedofilo


Colosseo illuminato da mille luci, questa sera, per dire no alla pedofilia: è solo una delle tante iniziative per contrastare la Giornata dell’orgoglio pedofilo programmata per oggi. Un’iniziativa condannata sia dalle istituzioni che dalle tante associazioni a difesa dei bambini e che ha fatto parlare di “un mondo al rovescio”. Come contrastare, allora, questa Giornata? Isabella Piro lo ha chiesto a don Roberto Dominici, assistente per i minori vittime di violenze dell’Oratorio salesiano ‘San Luigi’ di Messina:RealAudioMP3


R. - Credo che bisognerebbe fare delle manifestazioni opposte. Io ho avuto delle esperienze molto drammatiche di bambini che venivano con i segni delle sigarette spente sul loro corpicino, bambini che si facevano la pipì addosso, un bambino addirittura aveva perduto tutti i capelli, e alcune volte bambini anche legati, trasportati con i pulmini per darli in pasto a questa gente. Tutte cose di cui credo non ci sia proprio niente da gloriarsi ma piuttosto da vergognarsi.

 
D. - Al di fuori dell’Italia, come viene arginato il reato della pedofilia?

 
R. - Non credo che sia arginato più che da noi. Anzi, in alcuni Paesi è addirittura sfruttato dal turismo sessuale. Da qualche anno è diventato un reato punibile in Italia anche per gli italiani che abusano dei bambini all’estero ma non è così in tutte le legislazioni.

 
D. - C’è poi il problema delle nuove tecnologie: oggi la pedofilia viaggia sempre più frequentemente su internet: come contrastarla?

 
R. - Con l’educazione e l’attenzione dei genitori che non devono lasciare i bambini indifesi davanti a internet, alcune volte anche ai telefonini.

 
D. - La paura, spesso, impedisce ai bambini di chiedere aiuto…

 
R. - Loro devono sapere che parlando sono aiutati. Un’altra cosa grave è che anche i pedofili dicono ai bambini: "se tu parli vai a finire a in collegio" ... e nella mia esperienza la paura del collegio ha bloccato molti bambini dal tentativo di difendersi.

 
D. - Un minore che ha subito violenza riesce poi a dimenticare e a rifiorire ad una nuova vita…

 
R. - E’ difficile che dimentichi. Anzi alcuni cominciano poi loro a fare violenza anche su altri bambini. Ho conosciuto bambine di 8 anni che a scuola facevano poi violenza anche ad altre bambine oppure addirittura le portavano dai pedofili, perché ne abusassero, anche perché loro usano il sistema infame di dare i soldi a chi porta altri bambini. I casi in cui ho visto dei bambini riferire sono stati soltanto quando li ho visti affidati a famiglie nuove che li hanno presi in cura con grandissimo amore.

 
D. - A livello educativo, quali strumenti bisognerebbe utilizzare, secondo lei, per contrastare la pedofilia?

 
R. - Bisognerebbe dare una visione più esatta della sessualità. Sessualità come valore, come mezzo di espressione di amore, piuttosto che un capriccio. Fin quando sarà considerato un gioco, tutte le altre difese credo che crolleranno facilmente.







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