KINSHASA, 22giu07 - “Abbiamo bisogno della pace e della stabilità per lavorare nell’interesse
dei nostri popoli”, ha dichiarato Mons. Augustin Misago, Vescovo di Gikongoro in
Randa. Il vescovo è stato uno dei due Vicepresidenti della recente Assemblea a Kinshasa
dell’ACEAC. l’Associazione delle Conferenze Episcopali dell’Africa Centrale, della
quale fanno parte i vescovi di: Repubblica Democratica del Congo, Burundi e Randa.
L’Assemblea ha nominato Mons. Simon Ntamwana, Arcivescovo di Gitega in Burundi, nuovo
Presidente dell’ ACEAC. Il neo Presidente ha voluto lanciare un segnale di speranza
affermando di aver notato “progressi significativi” nel consolidamento della pace
nella regione. “Le armi non crepitano più come accadeva qualche anno fa. Le nostre
popolazioni si accettano vicendevolmente per condividere lo stesso luogo di vita”
ha detto l’Arcivescovo di Gitega che ha però ammonito a non rimettere in discussione
gli importanti passi fatti negli ultimi anni. Queste affermazioni hanno bilanciato
quelle di Mons. Misago, che aveva voluto sottolineare come “i nostri Paesi sono
diventati dei campi di rovine perché sconvolti dai saccheggi e dalle guerre. Sono
distrutti su tutti i piani”. il riferimento di mons. Misago era in particolare alla
situazione nel Kivu dove si combatte. Un aprofonda riserva è stata espressa dai vescovi
dei Grandi Laghi sul cosiddetto Protocollo di Maputo del 2003. Esso, hanno ribadito
i vescovi, "costituisce una minaccia grave per i valori della morale cristiana e per
la cultura africana". L'articolo 14, infatti, di questo Protocollo garantisce di "proteggere
i diritti riproduttivi delle donne autorizzando l'aborto medico nei casi di stupro,
di incesto, e quando la continuazione della gravidanza mette in pericolo la salute
fisica e mentale della madre, o la vita della madre, o del feto". "Una tale enunciazione
- hanno detto i vescovi della regione dei Grandi Laghi - fa del Protocollo di Maputo
lo strumento più favorevole al diritto all'aborto". (Fides-MANCINI)