In corso a Roma l'Incontro europeo dei docenti universitari, promosso dal Consiglio
delle Conferenze episcopali europee
Oltre 2500 docenti di 44 Paesi per 47 sessioni di lavoro: con questi numeri si è aperto
ieri a Roma l’Incontro europeo dei docenti universitari, il primo promosso dal Consiglio
delle Conferenze episcopali europee. Fino a sabato, gli studiosi rifletteranno sul
tema “Un nuovo umanesimo per l’Europa. Il ruolo delle Università”. Ad inaugurare i
lavori, presso la Pontificia Università Lateranense, è stata prolusione del cardinale,
Camillo Runi, vicario del Papa per la diocesi di Roma. C’era per noi Isabella Piro:
Nella
sua relazione, il cardinale Ruini ha affrontato i temi più urgenti della società odierna,
in cui sembra imperare - ha detto - un’interpretazione naturalistica dell’uomo, ridotto
alla sola sfera corporea:
“L’interpretazione naturalistica
dell’uomo non è soltanto incompatibile con la fede cristiana in quanto implica la
negazione della trascendenza del soggetto umano, ossia del suo essere a immagine di
Dio, ma comporta un autentico capovolgimento del punto di partenza della modernità,
che consisteva nella rivendicazione della centralità dell’uomo e della sua libertà”.
A
questa fase post-umanista, ha detto il porporato, può essere di fondamentale aiuto
l’umanesimo cristiano, basato sull’amore di Dio per l’uomo, un amore smisurato che
abbatte le barriere della morte. Infine, il porporato si è soffermato sui rapporti
tra cristianesimo e scienza:
“L’umanesimo cristiano
non sottintende in alcun modo una qualche forma di avversione o minor considerazione
nei confronti delle scienze empiriche e dell’apporto che esse possono dare alla conoscenza
che abbiamo di noi stessi. Al contrario, il programma tipicamente umanistico di allargare
gli spazi della razionalità, proposto con forza da Benedetto XVI, favorisce in realtà
un genuino sviluppo delle scienze, liberandole dal pericolo di restare prigioniere
del riduzionismo scientista”.
Tanti gli interventi
che si sono succeduti durante il convegno, tra cui quello di Franco Frattini,
vicepresidente della Commissione europea. A lui abbiamo chiesto quale strumento principe
abbia l’Europa per sviluppare un nuovo umanesimo:
“Trovare
una linea condivisa per promuovere i diritti fondamentali dell’uomo, non solo per
difenderli ma per promuoverli dove non ci sono. Se l’Europa vuole diventare attore
globale, deve essere lei portatrice di questo valore e cioè che la persona umana è
al centro della scena”.
Sul concetto di dignità umana
si è infine soffermato il cardinale Peter Erdö, presidente del Consiglio delle Conferenze
episcopali europee. La dignità umana - ha detto - non diminuisce neppure quando un
essere umano non può usare pienamente le sue capacità, e quindi riguarda anche il
feto, il malato o il moribondo.