Nell’udienza al Catholicos Patriarca Mar Dinkha IV, Benedetto XVI esprime vicinanza
ai cristiani dell’Iraq che testimoniano la propria fede “a prezzo di sacrifici eroici”
La difficile situazione dei cristiani in Iraq e l’impegno ad un rinnovato dialogo
ecumenico: questi i temi forti del discorso di Benedetto XVI a Mar Dinkha IV, Catholicos
Patriarca della Chiesa Assira dell’Oriente. Il Papa ha auspicato una più stretta cooperazione
pastorale tra le comunità cattolica e assira, che conta oggi circa 400 mila fedeli,
ed ha messo l’accento sui risultati raggiunti dalla Commissione per il dialogo teologico
tra la Chiesa cattolica e la Chiesa Assira dell’Oriente. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Benedetto
XVI porta nel cuore i cristiani che soffrono"tragicamente", “materialmente e spiritualmente”,
soprattutto in quelle terre dove fin dalle origini della Chiesa, i fedeli in Cristo
hanno “contribuito alla diffusione del Vangelo”. Un pensiero particolare, il Papa
lo dedica ai cristiani iracheni. “In Iraq – è stato il suo richiamo – terra di tanti
fedeli” della Chiesa Assira, “le famiglie e le comunità cristiane sentono sempre più
la pressione dell’insicurezza, dell’aggressione e un senso di abbandono”. Molti di
loro, ha aggiunto, “non vedono altra possibilità se non quella di lasciare il Paese
e cercare una nuova vita all’estero”. “Queste difficoltà
– ha sottolineato – sono per me fonte di grande preoccupazione, ed esprimo dunque
solidarietà ai pastori e ai fedeli delle comunità cristiane che rimangono in questi
luoghi, spesso al prezzo di eroici sacrifici”. In queste aree travagliate, ha detto
ancora, i fedeli cattolici ed assiri “sono chiamati a lavorare assieme”, nella speranza
di trovare un sostegno reciproco sempre più efficace. Il Papa ha quindi rivolto l’attenzione
al dialogo ecumenico, ricordando la significativa visita in Vaticano del 1994 del
Patriarca Mar Dinkha IV, quando fu firmata la “Dichiarazione cristologica congiunta”.
Il Pontefice ha espresso apprezzamento per i risultati raggiunti dalla Commissione
congiunta, che ha concentrato i suoi studi sulla vita sacramentale nelle rispettive
tradizioni. Tali risultati, ha detto, esortano a progredire anche su altre questioni
oggetto di confronto.
“Nel pieno rispetto delle
tradizioni dottrinali di ognuno – ha avvertito il Papa – cattolici e cristiani assiri
sono chiamati a respingere comportamenti antagonistici e dichiarazioni polemiche”.
E ciò con il fine di crescere nella conoscenza della fede cristiana. Recenti sviluppi
nella Chiesa Assira dell’Oriente, ha rilevato, “hanno creato alcuni ostacoli nel promettente
lavoro della Commissione congiunta”. Di qui l’auspicio del Pontefice affinché tale
organismo ecumenico possa continuate a lavorare fruttuosamente negli anni a venire,
“senza mai perdere di vista che l’obiettivo ultimo” è il “ristabilimento di una piena
comunione” di tutti i cristiani. Nel suo discorso, Benedetto XVI si è anche soffermato
sulle ondate di emigrazioni dei cristiani assiri, che ora vivono in Occidente. “Quando
i cristiani dell’Oriente e dell’Occidente vivono fianco a fianco – ha sottolineato
– hanno la preziosa opportunità di arricchirsi l’un l’altro e di comprendere meglio
la cattolicità della Chiesa, che, pellegrina nel mondo, vive, prega e dà testimonianza
di Cristo in una varietà di contesti sociali e culturali”.