Mons. Tomasi: nuove speranze per un accordo sulla proibizione delle bombe a grappolo
Dopo molti fallimenti si apre qualche speranza sulla via del disarmo. E’ riunito a
Ginevra il Gruppo di 25 esperti governativi istituito nel 2005 dall’Assemblea generale
dell’ONU per contrastare la proliferazione di armi convenzionali. All’ordine del giorno
la messa al bando delle cosiddette bombe a grappolo, armi micidiali per le popolazioni
coinvolte nei conflitti. Roberta Gisotti ha intervistato l’arcivescovo Silvano
Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra,
intervenuto ieri alla seduta inaugurale del Gruppo che resterà riunito fino a venerdì
prossimo:
R. –
C’è la volontà di arrivare a un negoziato serio che obblighi gli Stati a ridurre,
eventualmente eliminare, questo tipo di arma che fa così tanto danno alle popolazioni
civili e che lascia vittime molto numerose in vari Paesi del mondo. Allora, la proposta
che è in corso è di arrivare ad un nuovo protocollo obbligatorio sulla proibizione
o restrizione dell’uso di certe armi convenzionali e con effetti indiscriminati.
D.
– Quale ruolo sta giocando la Santa Sede nel negoziato?
R.
– La Santa Sede ribatte la sua posizione di proteggere anzitutto la popolazione civile,
di eliminare questo tipo di arma e di sostenere il cammino che sta facendo la Comunità
internazionale per arrivare a uno strumento che obblighi gli Stati a eliminare queste
bombe a grappolo. Davanti alla posizione della Santa Sede c’è un consenso anche di
molti altri Paesi, anche se ancora non tutti, e si preferisce agire dentro le strutture
normali della Conferenza del disarmo del gruppo degli Stati che hanno sottoscritto
questa convenzione e, se si può, cercare di spingere - attraverso anche delle attività
parallele come si è fatto negli ultimi mesi con una conferenza a Oslo, un'altra a
Lima e una prossima conferenza che si farà a Ginevra con 60, 70 Stati che vi partecipano
- anche i grandi Paesi ad unirsi in questo sforzo per arrivare a trovare una soluzione
positiva.
D. – A dire la verità, la Santa Sede ha
lamentato in più di un’occasione che le trattative sul disarmo, nelle varie sedi in
cui è portato avanti, segnano il passo... R. – Sì, la conferenza
del disarmo non ha prodotto da anni delle conclusioni operative efficaci, però su
questo punto specifico, contro l’uso indiscriminato di bombe a grappolo, si sta rafforzando
sia un’opinione pubblica sostenuta da Organizzazioni non governative e da Stati, sia
un cammino concreto per arrivare a uno strumento giuridico che possa veramente obbligare
a cambiare rotta, a limitare o favorire una moratoria per arrivare eventualmente all’eliminazione
completa di questo tipo di armi.