2007-06-20 17:44:18

L'Assemblea della Roaco e la situazione dei cristiani in Turchia: intervista con l'arcivescovo di Izmir, mons. Ruggero Francreschini


Questa mattina in seno all’Assemblea della ROACO si è parlato della Turchia. Fra i relatori, l’arcivescovo di Izmir, l’antica Smirne, mons. Ruggero Franceschini:

D. – Qual è oggi la situazione dei cristiani in Turchia?

R. – E’ una situazione un po’ – diciamo – peggiorata. Successivamente alla visita di Benedetto XVI, si era ottenuta una certa amicizia, un legame forte; attualmente la prossimità delle elezioni, che si terranno il prossimo 22 luglio, e il rinnovamento del Parlamento e l’elezione del presidente della Repubblica, hanno certamente creato un clima di tensione enorme, che ha portato a scontri: ci sono anche scontri fisici. Noi ci auguriamo che il Paese possa trovare una linea laica, che raccolga e rispetti tutte le entità religiose presenti nel Paese. Ma il pericolo c’è, il pericolo cioè di un fondamentalismo islamico, che è il pericolo peggiore; ma c’è anche un altro pericolo, quello cioè di un colpo di Stato.

D. – Come mai questo pericolo di un colpo di Stato?

D. - Perché se non verrà rispettata la laicità dello Stato così come aveva voluto Atatürk, l’esercito – forse – potrebbe intervenire: questo l’ha già detto apertamente. I cristiani sono, quindi, molto “guardati”. E’ anche vero che poi noi non possiamo certo schierarci da una parte o dall’altra, ma diciamo soltanto che chi predica la violenza otterrà la violenza. Nelle Moschee, purtroppo, oggigiorno si predica soltanto la violenza, soltanto la violenza…. Troveranno lo scontro …. E questo purtroppo è un male. Un male per loro, così come per noi, perché tutto quello che era stato creato in tanti anni, i buoni rapporti che avevamo con loro rischiano ora di essere un po’ dimenticati. E questo perché si pensa che noi siamo dalla parte dell’esercito, dei forti. Noi siamo per la libertà di ciascuno e, quindi, siamo per la loro libertà e per la nostra.

D. – Eccellenza, può descriverci un po’ la mappa – se così possiamo chiamarla – dei cristiani in Turchia?

R. – Anzitutto c’è la presenza di tre vescovi latini: uno ad Istanbul, uno a Smirne ed un vicario apostolico nel sud del Paese. Abbracciamo tutto il territorio e quindi abbiamo delle diocesi immense. I cristiani non sono diminuiti, ci sono e rappresentano una bella presenza. I cristiani cattolici latini sono circa 30 mila; ci sono poi gli armeni ortodossi che sono 80-90 mila; ci sono tutti gli armeni cattolici e i siriani cattolici, che sono circa 2-3 mila. Tutto sommato ritengo che noi come cristiani globalmente presi non superiamo i 150-170 mila. La presenza comunque è buona, nonostante tutto, anche se minima, perché si tratta di una presenza significativa. Noi collaboriamo con tutti, anzitutto nel campo dell’istruzione (insegniamo al centro culturale italiano e alla scuola italiana), ma anche nel campo lavorativo. Le diverse minoranze, prima fra tutte quella italiana, che è la più grande nella mia diocesi, hanno una collaborazione fortissima con i turchi, anche perché è nata una sorta di amicizia privilegiata tra Turchia ed Italia, che porta anche dei favori, degli aiuti: ad esempio non paghiamo più il visto per entrare in Turchia… Una amicizia, quindi, che diventa concretizzazione nella vita pratica.

D. –Nel suo territorio diocesano di Izmir (Smirne) rientra anche Efeso, con la famosa casa della Madonna: Maria unisce cristiani e musulmani. Ce ne può parlare?

R. – Sì, anzi è a pochi passi. Tutta la zona di Efeso parla della Madonna, cominciando dalla basilica detta del Concilio di Efeso, che ha dichiarato Maria la Madre di Dio, fino alla Casa dove la Madonna ha abitato gli ultimi anni della sua vita, dopo che Giovanni la prese con sé. Giovanni venne ad Efeso ed è ormai quasi certissimo che prese la Madonna con sé. Questo santuario è visitato al 50 per cento da cristiani e l’altro 50 per cento o quasi è visitato da musulmani. I musulmani hanno veramente una devozione forte verso la Mamma di Gesù. Loro non specificano se Gesù sia soltanto un profeta, ma è alla Mamma di Gesù che vogliono molto bene. Questo certamente ci unisce. Ma ci sarebbero anche tanti altri motivi di unioni fra di noi, se non esistesse questa tensione che il fondamentalismo islamico, fomentato da Bin Laden, crea. Questo è il nostro disagio.








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