Chi va verso Dio si avvicina agli uomini: lo ha detto il Papa all'udienza generale
parlando di Sant'Atanasio. Appello per il sostegno dei rifugiati
Doppio saluto, questa mattina, per Benedetto XVI alle decine di migliaia di pellegrini
di cinque continenti radunatisi in Vaticano per l’udienza generale. Il Papa si è dapprima
intrattenuto brevemente con i fedeli assiepati nella Basilica Vaticana per poi spostarsi
in Aula Paolo VI, dove ha svolto la catechesi su un altro dei grandi testimoni del
cristianesimo delle origini: il vescovo Sant’Atanasio di Alessandria. Benedetto XVI
ha poi concluso l’udienza con un appello per i rifugiati di tutto il mondo, in coincidenza
con la Giornata mondiale loro dedicata. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Nel
mondo contemporaneo attraversato dal relativismo religioso ed etico, la coerenza al
messaggio di Cristo, che resta incrollabile davanti ad attacchi o emarginazioni, è
un valore che ha nelle vite dei Santi duemila anni di modelli di riferimento. Uno
di essi è senza dubbio Sant’Atanasio di Alessandria, vissuto agli inizi del IV secolo,
presentato dal Papa come uno dei “padri della Chiesa antica più importanti e venerati”,
un “modello di ortodossia”. Con i moltissimi pellegrini che, causa il gran caldo che
in questi giorni grava su Roma, sono stati distribuiti tra l’Aula Paolo VI e la Basilica
Vaticana, Benedetto XVI ha rivisitato la vita di Sant’Atanasio, emblematica delle
difficoltà che colpirono la Chiesa dei primi tempi e del coraggio con il quale innumerevoli
testimoni difesero la causa del Vangelo. Atanasio in particolare, ha ricordato il
Pontefice, fu il “più importante e tenace avversario dell’eresia ariana, che allora
minacciava la fede in Cristo, minimizzandone la divinità, secondo una tendenza - ha
commentato il Papa - ricorrente nella storia e che vediamo in atto in diversi modi
anche oggi”. Il Concilio di Nicea del 325, al quale il giovane Atanasio prese parte,
ribadì che Gesù, il Figlio, è “della stessa sostanza” del Padre, è Dio da Dio. E su
questo principio, Atanasio combatté duramente l’eresia e fondò la sua predicazione: "L’idea
fondamentale di tutta la lotta teologica di sant’Atanasio era proprio quella che Dio
è accessibile. Non è un Dio secondario, è il Dio vero, e tramite la nostra comunione
con Cristo noi possiamo unirci realmente a Dio. Egli è divenuto realmente 'Dio con
noi' (...) Sì, fratelli e sorelle! Abbiamo tanti motivi di gratitudine verso sant’Atanasio.
La sua vita, come quella di Antonio e di innumerevoli altri santi, ci mostra che 'chi
va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino'”.
La battaglia contro Ario - al quale vicende extraecclesiali
restituirono credibilità - costò un lungo esilio a Sant’Atanasio, che in quel periodo
si avvicinò al monachesimo. E qusto aspetto, ha ricordato Benedetto XVI, diede ulteriore
fama al vescovo esule che divenne amico del grande eremita sant'Antonio abate, al
punto da scriverne una fortunatissima biografia, definita dal Papa “un best seller
dell’antica letteratura cristiana”. La “Vita di Antonio”, questo il titolo dell’opera
“contribuì molto - ha affermato il Pontefice – alla diffusione del monachesimo in
Oriente e Occidente”. Anche se gli eremiti, scrisse Atanasio, “agiscono nel segreto
e vogliono restare nascosti” tuttavia, ha citato il Papa:
“Il
Signore li mostra a tutti come una lucerna, perché quanti sentono parlare di loro
sappiano che è possibile seguire i comandamenti e prendano coraggio nel percorrere
il cammino della virtù”.
Un cammino che Benedetto
XVI ha tradotto in solidarietà e sostegno quando ha lanciato un forte appello in coincidenza
con la Giornata Mondiale del Rifugiato indetta dall’ONU:
“Accogliere
i rifugiati e dar loro ospitalità è per tutti un doveroso gesto di umana solidarietà,
affinché essi non si sentano isolati a causa dell’intolleranza e del disinteresse.
Per i cristiani è, inoltre, un modo concreto di manifestare l’amore evangelico. Auspico
di cuore che a questi nostri fratelli e sorelle duramente provati dalla sofferenza
siano garantiti l’asilo e il riconoscimento dei loro diritti, e invito i responsabili
delle Nazioni ad offrire protezione a quanti si trovano in così delicate situazioni
di bisogno”. Infine, dopo aver rivolto saluti particolari
alla delegazione del Parlamento della Federazione Russa, ai cappellani del Sovrano
Militare Ordine di Malta e aver ricordanto il “mirabile esempio di austerità e purezza
evangelica” offerto da San Luigi Gonzaga - del quale domani la Chiesa fa memoria -
Benedetto XVI ha voluto concludere, parlando in polacco, con un pensiero riguardante
i giovani che si accingono alle vacanze estive:
“Niech
ten czas odpoczynku… Che questo tempo di riposo vi avvicini ancora
di più a Dio: vi auguro che torniate dalle ferie arricchiti ed imbelliti spiritualmente.
A tutti voi qui presenti, alle vostre famiglie, ai bambini ed ai giovani, una benedizione
di cuore. Sia lodato Gesù Cristo".