La Cattedrale di Noto, tornata a risplendere nella sua bellezza, inviti i fedeli siciliani
ad un rinnovato entusiasmo spirituale: così, il Papa in occasione della cerimonia
di riapertura della Cattedrale, dopo 8 anni di restauro
La riapertura della Cattedrale di Noto susciti un rinnovato entusiasmo spirituale
nei fedeli siciliani: è l’esortazione di Benedetto XVI, in un messaggio inviato al
vescovo di Noto, mons. Giuseppe Malandrino, in occasione della cerimonia di riapertura
della Cattedrale barocca dedicata a San Nicolò, avvenuta stamani nella città siciliana.
Il Papa manifesta inoltre il suo apprezzamento per quanti si sono adoperati a restaurare
l’edificio sacro, dopo il rovinoso crollo di 11 anni fa. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
“La
rinata Cattedrale sia per l’intero Popolo di Dio richiamo costante alla propria vocazione
e missione”: è quanto scrive il Papa nel messaggio al vescovo di Noto, nel quale sottolinea
che la Cattedrale è non solo “una mirabile opera d’arte”, ma anche una “singolare
testimonianza di fede”. Per questo, scrive il Pontefice, al “fascino esteriore del
Duomo restituito al suo splendore, si unisca ora quello interiore di coloro che in
esso si riuniscono per lodare Dio”. Ciascun credente così come ogni comunità ecclesiale,
è il richiamo del Papa, è chiamato “a brillare per la santità e per l’amore con cui
testimoniano la loro fedeltà evangelica”. Ecco allora che la Cattedrale ricostruita
deve essere nella sua bellezza un “invito a crescere nella comunione e nel fervore
apostolico”. Il felice evento della riapertura, esorta ancora il Papa, possa suscitare
nel popolo un “rinnovato entusiasmo ed una coraggiosa testimonianza missionaria”.
Benedetto XVI non ha mancato di esprimere riconoscenza a quanti “con tenacia” e “ammirevole
impegno” hanno contribuito alla “necessaria e urgente opera di ricostruzione” della
Cattedrale, “capolavoro del barocco siciliano” e “patrimonio dell’umanità”. Il Papa
rivolge, dunque, il suo plauso a tutte le istituzionicome ai “valenti
progettisti” e le “esperte maestranze” che hanno mostrato “sensibilità nei
confronti di un intervento tanto imponente e delicato”.
Dunque,
oggi è un giorno di festa per la Chiesa siciliana e per tutto il mondo della cultura:
ad 11 anni dal rovinoso crollo, è stata riconsegnata ai fedeli la Cattedrale di Noto,
splendido esemplare di barocco siciliano e patrimonio dell’UNESCO. L’inaugurazione
è stata celebrata in modo solenne con la Messa in Cattedrale, presieduta dal cardinale
Giovanni Battista Re. Hanno preso parte all’evento numerose personalità ecclesiali
e istituzionali, tra cui il presidente dell’episcopato italiano, mons. Angelo Bagnasco,
e il presidente del Consiglio, Romano Prodi. Per il restauro, durato 8 anni, sono
stati utilizzati ben 150 mila blocchi di pietra. Il servizio di Alessandra Zaffiro:
Con una
processione e una Messa solenne concelebrata dal vescovo Giuseppe Malandrino, ad 11
anni dal crollo della cupola di San Nicolò, questa mattina è tornata ai fedeli la
Cattedrale di Noto, già danneggiata dal terremoto del 1990. La ricostruzione è stata
eseguita con materiali usati all'epoca, come la calcarenite bianca, ma assemblati
con le moderne tecniche antisismiche. I lavori hanno interessato la navata centrale,
quella di destra, il transetto destro, il tamburo, la cupola e la lanterna. Ma anche
i pilastri di sinistra non caduti nel crollo del 1996. "Questa splendida cattedrale,
monumento di fede e di arte del 1700 - ha detto nell'omelia il cardinale Giovanni
Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi - ora è rinata. Questa Cattedrale
nel cuore della città, è invito ad aprire i nostri cuori a Dio per essere pietre vive,
edificate attorno a Cristo. Dio occupa poco posto nelle preoccupazioni degli uomini
e delle donne di oggi. Non si sa più riconoscere la mancanza di Dio come una mancanza.
Le cose terrene si sono fatte affascinanti. Dio - ha proseguito il cardinale Re -
è indispensabile a noi esseri umani, perché senza Dio non si può realizzare se stessi,
né migliorare l'umanità. Dove Dio non c'è, anche l'uomo smarrisce il suo valore e
la sua dignità. Come ha affermato il Santo Padre Benedetto XVI - ha ricordato il prefetto
della Congregazione per i Vescovi - dove Dio scompare, l'uomo non diventa più grande,
solo se Dio è grande l'uomo è grande". Infine, l'augurio del cardinale Re alla cattedrale
di Noto: "Che siano molti ad entrarvi per adorare Dio. Ed uscendo da qui, siano accompagnati
dalla benedizione del Signore e da sentimenti di attenzione, solidarietà e amore per
gli altri". (Da Noto, per la Radio Vaticana, Alessandra Zaffiro).
Per
una testimonianza su come la comunità di fedeli di Noto stia vivendo questo momento
a lungo atteso, Alessandro Gisotti ha intervistato il vescovo di Noto, mons.
Giuseppe Malandrino:
R. –
Per un vescovo che per nove anni è stato senza cattedrale – io sono venuto qui con
la cattedrale già distrutta – è un’emozione enorme: per la prima volta, da vescovo,
entro nella mia casa, che è la Cattedrale, casa di tutta la comunità! Quindi, una
commozione enorme ... Se poi questa casa è la Cattedrale di Noto, allora è bella come
culto ma è bella anche come cultura ...
D. – Come
i fedeli hanno vissuto questi anni, dopo questa ferita inferta ad un luogo così sacro
e così amato dal popolo di tutta la Sicilia?
R. –
Prima, c’è stato il periodo del crollo, che ha creato uno shock enorme; poi, tutto
questo ha infuso però tanta fiducia. Infatti, io lo considero quasi un miracolo, perché
non ci siamo arresi: sono stati anni di lavoro, non lavoro secondario. Basta considerare
che si tratta di una Cattedrale non in calcestruzzo, ma tutta in pietra, come i padri
ce l’avevano lasciata. Quindi, tutto sommato, in appena otto anni, poterla vedere
restituita. Dopo la trepidazione e l’attesa, le incertezze – ce la faremo?, non ce
la faremo? – poi, quando si è visto che le cose si mettevano bene, l’attesa, la trepidazione
che si trasformano in gioia! Una gioia, però, impegnativa: non possiamo accontentarci
solo della Cattedrale dinanzi a tanti altri problemi che ci sono e, finiti i lavori
della costruzione della Cattedrale di pietra, come ha ricordato sempre il Papa, ci
occorre il lavoro grossissimo della Cattedrale delle pietre spirituali.
D.
– Dunque, in questo senso, può essere anche un’esortazione a fare di più ai fedeli,
in particolare, ad avvicinarsi con rinnovato ardore alla Chiesa?
R.
– E’ una bella Cattedrale! Ci si è impegnati a portarla avanti. Allora, acceleriamo
il passo per quanto riguarda per noi l’attuazione del Sinodo diocesano, e l’abbiamo
fatto anche quest’anno. Io ho ripetuto sempre che vale per me e per tutta la diocesi,
l’esortazione del Crocifisso a Francesco: “Va', edifica, costruisci la mia Chiesa”.
E certo il Crocifisso non intendeva parlare solo della Chiesa materiale!