Il cordoglio del Papa per la scomparsa del cardinale Angelo Felici: è stato un "solerte
collaboratore" della Santa Sede
Un sentimento di “affettuoso rimpianto” al ricordo “della fervorosa opera prestata
alla Santa Sede e della chiara testimonianza di solerte collaboratore dei miei venerati
predecessori”. E’ una delle frasi del lungo telegramma con il quale Benedetto XVI
descrive la figura e l’opera del cardinale Angelo Felici, deceduto ieri a poco meno
di 88 anni di età. Il Papa ha indirizzato un telegramma di cordoglio a mons. Vincenzo
Apicella, vescovo di Velletri e Segni - città d’origine del porporato scomparso -
e un analogo telegramma al cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio,
ora composto da 183 porporati, dei quali 105 elettori e 78 non elettori. E sarà lo
stesso Benedetto XVI a celebrare le esequie del cardinale Felici, domani alle 17,
all’altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro.
Quando il giovane
Angelo Felici viene ordinato sacerdote non ha ancora 23 anni e per ricevere il Sacramento
si rende necessaria la dispensa dall’età di Pio XII. Quando poi entra per la prima
volta in Segreteria di Stato ne ha appena compiuti 26. Quello alla Sede di Pietro
di uno dei più importanti diplomatici della Santa Sede tra gli anni Sessanta e Ottanta
è dunque un servizio precoce. La storia del futuro cardinale inizia in una cittadina
del Lazio, Segni, dove Angelo compie gli studi primari e secondari. Filosofia e Teologia
vengono affrontate nel Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, ma già nel 1941 il
giovane, ancora suddiacono, entra nella Pontificia Accademia Ecclesiastica. Alla prima
Sezione della Segreteria di Stato, quella che oggi è la Sezione per i Rapporti con
gli Stati, don Angelo arriva per volere dell’allora segretario di Stato, mons. Angelo
Tardini. Diciannove anni di delicato lavoro e poi la prima importante missione diplomatica
in una delle zone “calde” del pianeta, il Medio Oriente. Paolo VI lo invia a Gerusalemme
nel 1967, subito dopo la “Guerra dei sei giorni”. La nomina ad arcivescovo arriva
nel ’67 insieme con l’incarico di pro-nunzio nei Paesi Bassi. Seguono poi le nunziature
di Lisbona e Parigi: in Francia, mons. Felici per tre volte accoglie Giovanni Paolo
II in visita pastorale. Lo stesso Papa Wojtyla gli conferisce la berretta cardinalizia
nel Concistoro del 28 giugno 1988 e tre giorni più tardi la nomina a prefetto della
Congregazione delle Cause dei Santi, incarico che manterrà fino al giugno del 1995.
Sei mesi più tardi, il Papa lo nomina presidente della Pontificia Commissione “Ecclesia
Dei”. (A cura di Alessandro De Carolis)