2007-06-18 14:25:40

Aprite le porte a Cristo, senza paura e senza calcoli: l’esortazione di Benedetto XVI ai giovani che lo hanno accolto ieri pomeriggio in un clima di grande festa, a conclusione della visita pastorale ad Assisi


E’ stato il caloroso e sincero abbraccio dei giovani il premio che Benedetto XVI ha riscosso, non senza emozione, al termine della visita pastorale che domenica lo ha portato ad Assisi. Un viaggio all’insegna della conversione di San Francesco e del messaggio divino ricevuto a San Damiano: “Va', Francesco, e ripara la mia casa”. In poco più di dieci ore, il Papa ha toccato tutti i luoghi di Francesco e Chiara nella città di Assisi, con momenti di preghiera privata di grande intensità, come quello sulla tomba del Santo avvenuto dopo la recita dell’Angelus e il pressante appello per la pace in Medio Oriente. Presso le Clarisse, in mattinata, il Papa ha sostato in venerazione del Crocifisso miracoloso di San Damiano, e alle monache di clausura ha chiesto di pregare per sostenerlo nel suo compito di timoniere della Chiesa. Il servizio è del nostro inviato ad Assisi, Stefano Leszczynski:RealAudioMP3


E' stato un pomeriggio intenso, con diversi appuntamenti, quello di Benedetto XVI ad Assisi. Dopo la Messa celebrata in un’assolata piazza di fronte alla Basilica di San Francesco, il Pontefice si è recato presso la tomba del Santo, nella Basilica inferiore, per un momento privato di preghiera, accompagnato dal Custode, padre Vincenzo Coli. Quindi il pranzo nel refettorio con accanto il presidente del Consiglio, Romano Prodi, e il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino. Subito dopo, l’incontro con le suore Clarisse Cappuccine tedesche del convento di Assisi, dove era stato ospitato più volte quando era ancora cardinale. Poi, l'impegnativo incontro con i Francescani del Sacro Convento ed i partecipanti al Capitolo generale dell'Ordine dei Frati minori conventuali, ai quali il Papa ha consegnato un messaggio. Benedetto XVI ha sottolineato il pericolo che i cristiani di oggi si accontentino di un ''Cristo diminuito'' o di un San Francesco ''mutilato'', validi per tutte le stagioni, per credenti e non credenti. Il Papa ha ribadito con forza che l'unica chiave interpretativa del Santo di Assisi è quella delle fede cristiana:

 
"I milioni di pellegrini che passano per queste strade attirati dal carisma di Francesco, devono essere aiutati a cogliere il nucleo essenziale della vita cristiana ed a tendere alla sua 'misura alta', che è appunto la santità. Non basta che ammirino Francesco: attraverso di lui devono poter incontrare Cristo, per confessarlo e amarlo con 'fede dritta, speranza certa e caritade perfetta'(Preghiera di Francesco davanti al Crocifisso, 1: FF 276).

 
“Coraggio carissimi” ha esortato il Papa parlando ai religiosi. “A questa città - ha spiegato - a questa comunità ecclesiale, guarda con particolare simpatia la Chiesa da tutte le regioni del mondo”. Francesco e Chiara con la loro scelta radicale di vivere il Vangelo nel quotidiano e sempre umilmente fedeli alla Chiesa, chiedono con il loro esempio che Assisi si distingua per un particolare slancio missionario. Il tema dell’amore inscindibile tra Francesco e la Chiesa è tornato più volte nei discorsi del Papa, anche durante l’incontro conclusivo con gli oltre 10 mila giovani assiepati fin dal mattino nel piazzale antistante la Basilica di Santa Maria degli Angeli, dove si trova la Porziuncola. Ed è stato proprio con loro che questa visita pastorale ha raggiunto il suo apice in un’atmosfera di sorprendente affetto reciproco tra i giovani e Benedetto XVI.

 
(musica)

 
(Marco)
Abbiamo mille interrogativi, ma facciamo fatica a trovare risposte convincenti, e siamo tentati di pensare che la verità non esiste, che ognuno abbia la sua verità. Naturalmente ci piace essere allegri, ma anche noi sentiamo come il Papa che il puro divertimento non ci rende felici. Ci aiuti, Santo Padre, a capire e a fare nostra l’esperienza di Francesco.

 
(Ilaria)
Santo Padre, Francesco affascina, ma non è facile seguirlo, imitarlo. Viviamo in una società che ci appare sempre più povera di valori umani e spirituali. Tanti nostri coetanei bruciano la vita senza avere imparato ad amarla. Guardando a Francesco, sentiamo la nostalgia di qualcosa che non riusciamo facilmente a focalizzare. Ci aiuta la sua preghiera davanti al Crocifisso di San Damiano: “Alto e glorioso Iddio, illumina le tenebre de lo core mio” (FF 276). Santo Padre, ci aiuti ad amare Gesù come lo amò Francesco. A nome di tutti i giovani qui presenti L’abbraccio e La ringrazio.

 
Il Papa, nonostante la fatica per una giornata così intensa, ha affrontato con emozione e con evidente gioia l’incontro con i giovani, tanto da infrangere senza esitazione il protocollo, parlando più volte a braccio e prolungando l’incontro di oltre mezz’ora. E le domande poste dai giovani, del resto, richiedevano di essere affrontate con particolare confidenza ed intimità pastorale:

 
"San Francesco parla a tutti, ma so che ha proprio per voi giovani un’attrazione speciale. Me lo conferma la vostra presenza così numerosa, come anche gli interrogativi che mi avete posto. La sua conversione avvenne quando era nel pieno della sua vitalità, delle sue esperienze, dei suoi sogni. Aveva trascorso venticinque anni senza venire a capo del senso della vita. Pochi mesi prima di morire, ricorderà quel periodo come il tempo in cui 'era nei peccati'”.

 
Benedetto XVI addita Francesco e Chiara come modelli per affrontare le numerose insidie di ciò che è effimero e i problemi che spesso affliggono la vita dei più giovani. Tanti ragazzi - ha ricordato il Papa - cadono vittime della droga alla ricerca di una felicità artificiale, o si smarriscono preda di una cultura che spesso esalta l’egoismo. E’ stato anche il dramma della prima vita di Francesco - ha aggiunto - prima di sperimentare il suo cammino di conversione con l’abbraccio al lebbroso, “non una mera ‘conversione ‘sociale’, ma una vera esperienza religiosa, comandata dalla grazia e dall’amore di Dio”. La bussola della vostra vita - ha affermato il Pontefice abbandonando il discorso ufficiale - deve essere la verità, perché senza verità si perde anche il fondamento della pace comune:

 
"All’insegna della preghiera è da vedere anche l’impegno di Francesco per la pace. Questo aspetto della sua vita è di grande attualità, in un mondo che di pace ha tanto bisogno e non riesce a trovarne la via. Francesco fu un uomo di pace e un operatore di pace. Lo mostrò anche nella mitezza con cui si pose, senza tuttavia mai tacere la sua fede, di fronte ad uomini di altre fedi, come dimostra il suo incontro con il Sultano". (cfr 1 Cel I, 20, 57: FF 422).

 
E il tema della pace, insieme a quello della conversione, è stato uno dei temi centrali di questo viaggio attraversato dallo spirito di Assisi. Al momento di congedarsi, per ripartire alla volta di Roma, Benedetto XVI ha dato ai ‘suoi’ giovani appuntamento alla Santa Casa di Loreto, ai primi di settembre, per l'Agorà dei giovani:

 
“Aprite le porte a Cristo. Apritele come fece Francesco, senza paura, senza calcoli, senza misura. Siate, cari giovani, la mia gioia, come lo siete stati di Giovanni Paolo II".







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