La Chiesa celebra oggi la solennità del Sacro Cuore di Gesù. Una riflessione del cardinale
Francis Arinze
Dopo la recente solennità del Corpus Domini, la Chiesa universale si sofferma
oggi sulla festa del Sacro Cuore di Gesù, tradizionalmente collocata nel mese di giugno.
Sul significato spirituale di questa solennità, Giovanni Peduto ha raccolto
la riflessione del cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per
il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti:
R. -
La solennità del Sacro Cuore è la solennità dell’amore di Dio che si manifesta in
Gesù, come dice San Giovanni Evangelista nel capitolo III del Vangelo: "Dio ha amato
il mondo tanto da dare il suo unico figlio, cosicché chi crede in Lui non perisca
ma abbia la vita eterna". Il Sacro Cuore è il sommario di quella manifestazione di
Dio e Gesù Cristo, figlio di Dio fatto uomo, è Egli stesso manifestazione dell’amore
di Dio per tutta l’umanità. Gesù ci ama, specialmente mostrando questo con la sua
incarnazione, con la sua vita, il suo insegnamento, i miracoli ma specialmente con
il mistero pasquale, cioè con la sofferenza, la morte e la sua resurrezione che è
il centro di ciò che noi celebriamo nella Messa. Gesù ci dà il suo corpo: per lui
non basta invitare la Chiesa ad associarsi con Lui, ad offrire se stesso nella Messa.
Gesù offre se stesso da mangiare e da bere, pur rimanendo indiviso. Egli si dà a noi,
si mette nelle nostre mani, con tutti i rischi delle persone che gli mostrano trascuratezza,
di persone che fanno addirittura sacrilegio quando sono in stato di peccato mortale
e vanno a ricevere Gesù, quelli che sono in stato di grazia ma che sono superficiali,
non rispettano Gesù sufficientemente, ricevono la comunione nella mano come fosse
un pezzo di biscotto, o di pane. Questo è grave. Gesù ci ama, si ama anche e non solo
con l’Eucaristia ma con la Chiesa, il dono della Chiesa, perché l’Eucaristia la troviamo
nella Chiesa, senza Chiesa non c’è Eucaristia, senza Eucaristia non c’è Chiesa e Gesù
ci dà, infine, sua madre. Allora tre sono i grandi doni del Cuore di Gesù: se stesso
nell’Eucaristia, la Chiesa e sua madre: cosa poteva darci di più?