Venerdì 15 giugno solennità del Sacro Cuore di Gesù: intervista col cardinale Francis
Arinze
Eminenza, siamo nel mese di giugno dedicato tradizionalmente al sacro Cuore di Gesù.
Quale invito lei vuole rivolgere ai fedeli per conoscere di più l’amore di Dio che
ci ama fino alla fine?
R. – La solennità del Sacro Cuore è la solennità dell’amore
di Dio che si manifesta in Gesù, come dice San Giovanni Evangelista nel capitolo III
del Vangelo. Dio ha amato il mondo tanto da dare il suo unico figlio, cosicché chi
crede in Lui non perisca ma abbia la vita eterna. Il Sacro Cuore è il sommario di
quella manifestazione di Dio e Gesù Cristo, figlio di Dio fatto uomo, è Egli stesso
manifestazione dell’amore di Dio per tutta l’umanità. Gesù ci ama, specialmente mostrando
questo con la sua incarnazione, con la sua vita, il suo insegnamento, i miracoli ma
specialmente con il mistero pasquale, cioè con la sofferenza, la morte e la sua resurrezione
che è il centro di ciò che noi celebriamo nella Messa. Gesù ci dà il suo corpo: per
lui non basta invitare la Chiesa ad associarsi con Lui, ad offrire se stesso nella
Messa. Gesù offre se stesso da mangiare e da bere, pur rimanendo indiviso. Egli si
dà a noi, si mette nelle nostre mani, con tutti i rischi delle persone che gli mostrano
trascuratezza, di persone che fanno addirittura sacrilegio quando sono in stato di
peccato mortale e vanno a ricevere Gesù, quelli che sono in stato di grazia ma che
sono superficiali, non rispettano Gesù sufficientemente, ricevono la comunione nella
mano come fosse un pezzo di biscotto, o di pane. Questo è grave. Gesù ci ama, si ama
anche e non solo con l’Eucaristia ma con la Chiesa, il dono della Chiesa, perché l’Eucaristia
la troviamo nella Chiesa, senza Chiesa non c’è Eucaristia, senza Eucaristia non c’è
Chiesa e Gesù ci dà, infine, sua madre. Allora tre sono i grandi doni del Cuore di
Gesù: se stesso nell’Eucaristia, la Chiesa e sua madre: cosa poteva darci di più?