2007-06-13 14:11:25

Il cardinale Martino annuncia la sospensione dei finanziamenti cattolici ad Amnesty International, dopo la svolta abortista dell’organizzazione umanitaria


Niente più finanziamenti cattolici ad Amnesty International, dopo la svolta abortista intrapresa dall'organizzazione internazionale di difesa dei diritti umani. E’ quanto annunciato dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, in un’intervista al settimanale americano National Catholic Register. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

 
Il cardinale Martino ha espresso profondo rammarico per la presa di posizione abortista di Amnesty International, sottolineando che schierarsi per la depenalizzazione dell'interruzione volontaria della gravidanza rappresenta un tradimento delle finalità istituzionali della stessa organizzazione. Conseguenza inevitabile di tale decisione, spiega il porporato, sarà la sospensione di ogni finanziamento ad Amnesty da parte delle organizzazioni cattoliche. Il presidente di Giustizia e Pace ribadisce che non esiste un diritto di aborto internazionalmente riconosciuto, come si deduce dalla Conferenza ONU del Cairo sulla popolazione. E’ in tale occasione, viene ricordato, che è stato escluso l'aborto come mezzo lecito di controllo delle nascite. La delegazione della Santa Sede in quella occasione era guidata proprio dall'allora arcivescovo Martino, all’epoca Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio ONU di New York. Le lobby abortiste – prosegue il cardinale Martino nell’intervista al National Catholic Register - stanno continuando la loro propaganda, che si inquadra in quella che Giovanni Paolo II chiamava la “cultura di morte”. E’ estremamente grave, avverte il porporato, che una benemerita organizzazione come Amnesty International si pieghi ora alle pressioni di tali lobby. Si rammenta che tale svolta è stata esortata da parte di alcune sedi nazionali di Amnesty. Di qui, la necessità, per il cardinale Martino, di intensificare l'impegno dei cattolici, ma anche di ogni persona di buona volontà, in difesa del diritto alla vita di tutti i nascituri, senza impossibili distinzioni tra casi in cui l'uccisione del bimbo nel seno materno sarebbe giusta e altri ingiusta. La soppressione volontaria di ogni vita umana innocente - ha ribadito il capodicastero vaticano - è sempre un delitto e mina alle basi il bene comune della famiglia umana. 







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