Il cardinale Martino annuncia la sospensione dei finanziamenti cattolici ad Amnesty
International, dopo la svolta abortista dell’organizzazione umanitaria
Niente più finanziamenti cattolici ad Amnesty International, dopo la svolta
abortista intrapresa dall'organizzazione internazionale di difesa dei diritti umani.
E’ quanto annunciato dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio
Consiglio Giustizia e Pace, in un’intervista al settimanale americano National
Catholic Register. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Il
cardinale Martino ha espresso profondo rammarico per la presa di posizione abortista
di Amnesty International, sottolineando che schierarsi per la depenalizzazione
dell'interruzione volontaria della gravidanza rappresenta un tradimento delle finalità
istituzionali della stessa organizzazione. Conseguenza inevitabile di tale decisione,
spiega il porporato, sarà la sospensione di ogni finanziamento ad Amnesty da parte
delle organizzazioni cattoliche. Il presidente di Giustizia e Pace ribadisce che non
esiste un diritto di aborto internazionalmente riconosciuto, come si deduce dalla
Conferenza ONU del Cairo sulla popolazione. E’ in tale occasione, viene ricordato,
che è stato escluso l'aborto come mezzo lecito di controllo delle nascite. La delegazione
della Santa Sede in quella occasione era guidata proprio dall'allora arcivescovo Martino,
all’epoca Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio ONU di New York.
Le lobby abortiste – prosegue il cardinale Martino nell’intervista al National
Catholic Register - stanno continuando la loro propaganda, che si inquadra in quella
che Giovanni Paolo II chiamava la “cultura di morte”. E’ estremamente grave, avverte
il porporato, che una benemerita organizzazione come Amnesty International
si pieghi ora alle pressioni di tali lobby. Si rammenta che tale svolta è stata esortata
da parte di alcune sedi nazionali di Amnesty. Di qui, la necessità, per il
cardinale Martino, di intensificare l'impegno dei cattolici, ma anche di ogni persona
di buona volontà, in difesa del diritto alla vita di tutti i nascituri, senza impossibili
distinzioni tra casi in cui l'uccisione del bimbo nel seno materno sarebbe giusta
e altri ingiusta. La soppressione volontaria di ogni vita umana innocente - ha ribadito
il capodicastero vaticano - è sempre un delitto e mina alle basi il bene comune della
famiglia umana.