2007-06-12 14:49:08

Fatah contro Hamas a Gaza. Rischio di guerra civile


In Medio Oriente, non regge l’ultima tregua concordata dal gruppo radicale Hamas e dal partito Al Fatah. Nelle ultime 24 ore, sono almeno 20 i palestinesi delle due fazioni che hanno perso la vita in seguito a nuove violenze. A Gaza, intanto, si è tenuto l’incontro tra mediatori egiziani e delegazioni di Al Fatah e Hamas per cercare di porre fine a settimane di scontri. La presidenza dell’Autorità Nazionale Palestinese, guidata dal leader di Fatah, Abu Mazen, ha anche accusato Hamas di preparare un colpo di Stato puntando a far degenerare la situazione nella Striscia di Gaza fino alla guerra civile. Al Fatah ha anche minacciato di ritirarsi dal governo di unità nazionale. Ma c’è davvero il rischio di guerra civile nella Striscia di Gaza? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Eric Salerno, corrispondente dal Medio Oriente del quotidiano "Il Messaggero":RealAudioMP3


R. – Direi proprio di sì. Mi sembra che i due leader, uno di Al Fatah, il presidente palestinese Mahmoud Abbas, e l’altro di Hamas, il premier Haniyeh, non siano in grado di controllare i loro uomini. Ieri, c’è stato un tentativo di tregua durato poche ore; la situazione poi si è aggravata nuovamente con il bombardamento della casa di Haniyeh e attacchi alla casa di Abbas, che è una casa nella quale lui non risiede perché è qui a Ramallah. Così facendo, i combattenti mandano messaggi chiari: cioè l’obiettivo non è necessariamente il miliziano di fronte ma il potere che controlla l’altra parte.

D. – C’è il rischio che le violenze si estendano da Gaza alla Cisgiordania?

R. – E’ una cosa che ci stiamo chiedendo da tempo. Sembra che Hamas in Cisgiordania non abbia ancora gli strumenti armati per andare a uno scontro con Al Fatah. E’ da tenere presente il fatto che, comunque, in Cisgiordania ci sono gli israeliani che controllano la situazione.

D. – Che meccanismo si è innescato, allora, nella Striscia di Gaza?

R. – A Gaza regna un clima di caos già da diverse settimane, in cui vari gruppi – non necessariamente controllati dai vertici – agiscono per conto proprio: sono quegli stessi gruppi che, poi, tengono da un anno il caporale Gilad Shalit ed anche il giornalista della BBC Alan Johnston. L’embargo imposto, che – devo dire – funziona poco, danneggia soprattutto i civili, perché arrivano soldi e mezzi non alla popolazione bensì ai combattenti.

- E nella regione palestinese è sempre più drammatica la situazione umanitaria: la Caritas di Gerusalemme ha espresso “profonda preoccupazione" per il deterioramento della situazione nella Striscia di Gaza. In un comunicato inviato al Servizio Informazione Religiosa (SIR), la Caritas rende anche noto “di aver chiuso il proprio centro medico a Gaza”.







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