L’emergenza educativa al centro del Convegno ecclesiale della diocesi di Roma. Stasera
l’apertura, con l’intervento di Benedetto XVI
Questa sera alle 19.30, nella Basilica romana di San Giovanni in Laterano, Benedetto
XVI aprirà i lavori del Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, sul tema: “Gesù
è il Signore. Educare alla fede, alla sequela, alla testimonianza”. Invitati tutti
i parroci, i sacerdoti, le religiose e, soprattutto, i fedeli laici e i giovani di
parrocchie, associazioni e movimenti della Chiesa di Roma. La radiocronaca dell’evento
sarà trasmessa dalla nostra emittente a partire dalle 19.20, sull’onda media di 585
kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz. Ma come si è preparata la diocesi
di Roma a questo incontro con il Papa? Roberta Moretti lo ha chiesto al vicegerente,
mons. Luigi Moretti:
R.
- Questo è il terzo anno che il Santo Padre presiede il Convegno diocesano, con la
sua relazione introduttiva. Questo significa che traccia un po’ il cammino che come
diocesi stiamo percorrendo. Di questo gli siamo molto grati, perché certamente diventa
un momento di vita ecclesiale pienamente intesa.
D.
- Quali sono le tematiche più urgenti per la realtà della diocesi di Roma?
R.
- Veniamo da un lungo impegno sul tema della famiglia. Abbiamo cercato di promuovere
un’attenzione particolare nella comunità cristiana alla famiglia, per far sì che diventasse
sempre più protagonista. Questo non soltanto in riferimento alle relazioni tra gli
sposi, ma anche alla responsabilità verso i figli. Da qui è emerso l’impegno che segna
in modo particolare il Convegno di quest’anno, proprio in riferimento all’educazione.
D. - "Educare alla fede, alla sequela, alla testimonianza":
in che modo, concretamente, la diocesi di Roma intende affrontare questa sfida dell’emergenza
educativa?
R. - Vogliamo da una parte riqualificare
la proposta specifica che la Chiesa fa nel tema religioso di educazione alla fede
e quindi rimettere al centro l’attenzione a Gesù, che è vivo, è Risorto. Allo stesso
tempo, vorremmo però suscitare una sorta di "santa alleanza" tra tutti coloro che
sono impegnati sul versante dell’educazione e, in particolare, con il mondo della
scuola.
D. - Come trasmettere concretamente i valori
della famiglia cristiana all’interno di una realtà variegata, che tende a disperdere
questi valori?
R. - Soprattutto accompagnando le
famiglie giovani sia con un sostegno all’esperienza familiare che vivono, sia nel
loro impegno educativo nei confronti dei ragazzi, a partire dalla richiesta del Battesimo
per i loro bambini e poi accompagnandoli nei primi anni dei figli, durante i quali
sembra esista una sorta di "deserto educativo" per quanto riguarda la dimensione religiosa.
Questo perché possano riapproprarsi dei diritti e dei doveri rispetto a figli e, quindi,
facendoli crescere non soltanto in salute ma anche in grazia.
D.
- Come si inserisce il cammino della diocesi di Roma nel tracciato del Convegno di
Verona?
R. - Noi stiamo cercando di tradurre nella
pastorale ordinaria della diocesi i temi prevalenti che sono stati elaborati a Verona
e, in particolare, l’approccio nuovo del partire dai reali bisogni della persona e
vedere come la persona, che si fa famiglia, nel vivere le sue varie dimensioni - la
fragilità, il lavoro, l’educazione, l’affettività - possa imparare da Cristo Signore,
speranza del mondo.